Approccio analitico alle istituzioni nella scienza politica
Il pensiero sociale di Émile Durkheim e Pierre Bourdieu ● Le origini della caduta della Repubblica di Weimar ● Il pensiero sociale di Max Weber e Vilfredo Pareto ● La nozione di "concetto" nelle scienze sociali ● Storia della disciplina della scienza politica: teorie e concezioni ● Marxismo e strutturalismo ● Funzionalismo e Sistemismo ● Interazionismo e Costruttivismo ● Teorie dell'antropologia politica ● Il dibattito sulle tre I: interessi, istituzioni e idee ● Teoria della scelta razionale e analisi degli interessi nella scienza politica ● Approccio analitico alle istituzioni nella scienza politica ● Lo studio delle idee e delle ideologie nella scienza politica ● Teorie della guerra nella scienza politica ● Guerra: concezioni e sviluppi ● Ragion di Stato ● Stato, sovranità, globalizzazione, governance multilivello ● Teorie della violenza nella scienza politica ● Welfare state e biopotere ● Analisi dei regimi democratici e dei processi di democratizzazione ● Sistemi elettorali: meccanismi, problemi e conseguenze ● Il sistema di governo delle democrazie ● Morfologia delle contestazioni ● L'azione nella teoria politica ● Introduzione alla politica svizzera ● Introduzione al comportamento politico ● Analisi delle politiche pubbliche: definizione e ciclo delle politiche pubbliche ● Analisi delle politiche pubbliche: definizione e formulazione dell'agenda ● Analisi delle politiche pubbliche: attuazione e valutazione ● Introduzione alla sottodisciplina delle relazioni internazionali ● Introduzione alla teoria politica
Le istituzioni sono un concetto fondamentale della scienza politica. Esse determinano il modo in cui viene esercitato il potere, come vengono prese le decisioni e come vengono risolti i conflitti in una società.
La scienza politica esamina vari tipi di istituzioni, ognuna con un ruolo specifico. Da un lato, le istituzioni politiche comprendono le strutture di governo come il parlamento, l'esecutivo e il sistema giudiziario. Esse stabiliscono come il potere viene distribuito e utilizzato all'interno di uno Stato. Dall'altro lato, le istituzioni amministrative, che comprendono ministeri, agenzie governative e forze dell'ordine, sono responsabili dell'attuazione delle politiche e delle leggi stabilite dalle istituzioni politiche. In un altro contesto, le istituzioni legislative, che in un sistema democratico includono il parlamento o il congresso, sono responsabili della stesura delle leggi. L'interpretazione e l'applicazione di queste leggi è poi responsabilità delle istituzioni giudiziarie, che comprendono i tribunali e altri organi legali. Infine, vi sono istituzioni non governative che hanno un'influenza significativa sulla politica. Le istituzioni legislative creano le leggi, le istituzioni amministrative le attuano e le istituzioni giudiziarie le interpretano e le applicano. Le istituzioni non sono solo strutture formali, ma anche regole e norme informali che modellano il comportamento politico. Queste regole e norme possono essere altrettanto, se non più, importanti delle strutture formali per capire come funziona la politica. Ad esempio, le norme sul rispetto dello Stato di diritto o sulla non discriminazione possono avere un impatto significativo sul funzionamento della politica.
L'approccio analitico alle istituzioni nella scienza politica si riferisce a un metodo di studio che si concentra sull'analisi rigorosa e sistematica delle istituzioni politiche nel campo della scienza politica. Questo approccio cerca di comprendere le istituzioni esaminandone le caratteristiche, le strutture, le funzioni e le interazioni con gli altri attori politici. L'approccio analitico prevede l'uso di diversi strumenti concettuali e metodologici per esaminare le istituzioni. Ciò può includere l'analisi comparativa di diverse istituzioni politiche tra i vari Paesi, lo studio dei processi decisionali istituzionali, l'analisi dei meccanismi di controllo e regolazione istituzionali e la valutazione dell'impatto delle istituzioni sul comportamento politico e sui risultati delle politiche. L'approccio analitico istituzionale nelle scienze politiche mira a fornire una comprensione più profonda e sfumata del ruolo delle istituzioni nei sistemi politici, ponendo l'accento sull'esame preciso delle strutture e delle dinamiche istituzionali.
Che cos'è un'istituzione?[modifier | modifier le wikicode]
Definizioni: regole, routine o convenzioni formali o informali che esistono a tutti i livelli politici[modifier | modifier le wikicode]
Le istituzioni sono spesso definite in senso lato come regole, procedure, routine o convenzioni più o meno formali che esistono a vari livelli di analisi. A livello internazionale, istituzioni come le Nazioni Unite o l'Organizzazione mondiale del commercio svolgono un ruolo cruciale nel regolare le interazioni tra i Paesi. A livello subnazionale o regionale, le istituzioni possono includere enti governativi locali o regionali, gruppi di comunità o persino convenzioni sociali che regolano il comportamento in determinate regioni. Inoltre, le istituzioni possono esistere anche a livello settoriale. Ad esempio, nel settore finanziario esistono istituzioni come le banche centrali o le autorità di regolamentazione finanziaria che stabiliscono le regole e le procedure per il funzionamento del settore. Le istituzioni sono quindi fondamentalmente "regole del gioco" che strutturano il comportamento nella società, sia che siano formalmente sancite dalla legge sia che assumano la forma di norme e convenzioni sociali informali.
Una costituzione, come quella svizzera, è un perfetto esempio di istituzione, nel senso che stabilisce un insieme di regole e procedure che definiscono la struttura e il funzionamento dello Stato. Determina la forma dello Stato - nel caso della Svizzera, una confederazione - e specifica i rapporti tra i diversi rami del governo - esecutivo, legislativo e giudiziario. La Costituzione svizzera, ad esempio, stabilisce un sistema di governo semi-diretto che combina elementi di democrazia rappresentativa con strumenti di democrazia diretta come i referendum. Stabilisce inoltre i diritti fondamentali dei cittadini svizzeri e definisce i poteri dei diversi livelli di governo - federale, cantonale e comunale. Definisce inoltre le modalità di selezione di questi organi politici, stabilendo ad esempio che i membri del Consiglio federale (il potere esecutivo in Svizzera) sono eletti dall'Assemblea federale (il Parlamento). In questo modo, la Costituzione fornisce un quadro di riferimento per il funzionamento della politica e del governo in un Paese e, in quanto tale, è un'istituzione chiave della scienza politica.
Anche le istituzioni informali svolgono un ruolo importante nella strutturazione dei sistemi politici. Queste istituzioni possono essere basate su tradizioni, costumi e norme non scritte, ma comunque vincolanti. Il Regno Unito è un ottimo esempio di questo tipo di sistema. Sebbene il Paese non abbia un'unica costituzione scritta come la maggior parte degli altri Paesi, ha una serie di testi, leggi, principi giudiziari e convenzioni che insieme costituiscono quella che viene spesso definita la "costituzione non scritta" del Regno Unito. Queste regole e convenzioni non scritte possono avere un grande impatto sul funzionamento del governo. Ad esempio, sebbene non esista una legge scritta che stabilisca che il Primo Ministro debba essere il leader del partito con la maggioranza alla Camera dei Comuni, si tratta di una convenzione ampiamente accettata e vincolante quasi quanto una legge scritta. In questo senso, le istituzioni informali sono altrettanto importanti per comprendere il funzionamento della politica quanto le istituzioni formali.
All'interno della scienza politica, vari sottocampi mettono in luce aspetti particolari delle istituzioni, arricchendo la nostra comprensione del loro ruolo e del loro funzionamento. Per esempio, la scienza politica comparata esamina come le istituzioni di diversi sistemi politici influenzino la governance, sottolineando l'importanza del contesto. La politica internazionale, invece, esamina le istituzioni a livello globale, come l'ONU o l'OMC, che modellano le relazioni tra le nazioni e la risoluzione dei conflitti. La teoria politica offre una prospettiva più concettuale, esplorando le idee e i principi, come la giustizia o la democrazia, che sono alla base della creazione e del funzionamento delle istituzioni. D'altro canto, la politica pubblica studia il modo in cui le istituzioni danno forma alla progettazione e all'attuazione delle politiche, rivelando come la struttura istituzionale possa influenzare i risultati delle politiche. Infine, la pubblica amministrazione si concentra sul funzionamento interno delle istituzioni governative, affrontando questioni di efficienza e gestione. Insieme, questi sottocampi illuminano diversi aspetti delle istituzioni, offrendo un quadro più completo e sfumato del loro ruolo nella scienza politica.
Stephen Krasner[modifier | modifier le wikicode]
Stephen D. Krasner, illustre professore di scienze politiche, ha definito i regimi internazionali in modo influente nella sua opera "International Regimes" (1983).[1] Secondo Krasner, un regime internazionale è un insieme di principi, norme, regole e procedure decisionali implicite o esplicite attorno alle quali convergono le aspettative degli attori in una determinata area delle relazioni internazionali.
Krasner ha identificato il libero scambio come un'area in cui possiamo vedere questo tipo di regime in azione. Le regole che codificano il libero scambio, come quelle stabilite dall'Organizzazione mondiale del commercio, possono essere considerate un'istituzione internazionale. Queste regole disciplinano il modo in cui i Paesi interagiscono nelle questioni commerciali e hanno un impatto sulla politica commerciale di ciascun Paese.
Per Krasner e altri teorici dei regimi, i regimi non sono solo organizzazioni internazionali formali, ma anche norme e regole che possono esistere al di fuori di qualsiasi struttura formale. Inoltre, questi regimi possono essere influenti anche se non sono sempre perfettamente rispettati; la loro semplice esistenza può influenzare il comportamento degli Stati.
Le istituzioni sono regole, norme e procedure che si concentrano sul comportamento internazionale: "'regimi internazionali' sono le 'regole, le norme, i principi e le procedure che concentrano le aspettative sul comportamento internazionale'". Questa definizione è una caratterizzazione classica dei regimi internazionali nel campo della scienza politica, secondo la quale essi sono costituiti da regole, norme, principi e procedure che concentrano le aspettative sul comportamento internazionale. Questi regimi possono essere formalizzati attraverso organizzazioni e trattati internazionali, ma possono anche manifestarsi attraverso norme e consuetudini meno formali. Queste istituzioni, formali o informali, contribuiscono a strutturare le interazioni internazionali stabilendo aspettative comuni e fornendo meccanismi per la cooperazione e la risoluzione dei conflitti. Ad esempio, un regime internazionale come l'Organizzazione mondiale del commercio stabilisce regole per il commercio internazionale e fornisce meccanismi per risolvere le controversie commerciali. Sebbene i regimi internazionali non possano sempre garantire l'osservanza delle norme (gli Stati possono e talvolta derogano ai loro obblighi), la loro esistenza può influenzare il comportamento degli Stati fornendo standard di comportamento accettabili e creando pressione per l'osservanza delle norme.
Quando uno Stato ratifica una convenzione internazionale come la Convenzione contro la tortura, crea aspettative sul suo comportamento. Ratificando la Convenzione, lo Stato accetta di attenersi alle norme e agli standard stabiliti nella Convenzione e si impegna a non commettere tortura, a prendere misure per prevenire la tortura all'interno del suo territorio e a consegnare alla giustizia coloro che commettono atti di tortura. Ciò significa che lo Stato è obbligato a modificare il proprio comportamento interno per conformarsi a questi standard internazionali. Ciò può comportare l'attuazione di nuove leggi o politiche, l'addestramento delle proprie forze di sicurezza per prevenire l'uso della tortura, o l'investigazione e il perseguimento dei presunti autori di tortura. Se uno Stato non rispetta questi obblighi, può subire pressioni o sanzioni internazionali. In questo modo, le convenzioni internazionali, in quanto istituzioni, contribuiscono a modellare il comportamento degli Stati sulla scena internazionale.
Douglass North[modifier | modifier le wikicode]
Douglas North, economista americano vincitore del Premio Nobel nel 1993, ha fornito una definizione molto influente di istituzioni nel suo libro "Institutions, Institutional Change and Economic Performance": "le regole del gioco in una società o, più formalmente, [...] i vincoli ideati dall'uomo che danno forma all'interazione umana" "riducono l'incertezza fornendo una struttura alla vita quotidiana. [Definiscono e limitano l'insieme delle scelte degli individui".[2]
Le ha descritte come "le regole del gioco in una società" o, più formalmente, come "i vincoli creati dall'uomo che modellano l'interazione umana". Secondo North, le istituzioni svolgono un ruolo cruciale nel ridurre l'incertezza, fornendo una struttura alla vita quotidiana. Esse consentono agli individui di avere aspettative ragionevoli sulle conseguenze delle loro azioni, facilitando così la cooperazione e lo scambio.
Inoltre, North ha sottolineato che le istituzioni definiscono e limitano le scelte delle persone. Lo fanno stabilendo regole che incoraggiano certi comportamenti e ne penalizzano o vietano altri. Ad esempio, le leggi contro il furto scoraggiano gli individui dal rubare stabilendo sanzioni per questo comportamento. Nel complesso, questa prospettiva enfatizza il ruolo delle istituzioni come strutture che guidano e limitano il comportamento umano e sottolinea la loro importanza per il funzionamento di una società e per la performance economica.
L'istituzionalismo, che si tratti di scienza politica, sociologia, economia o altre discipline, enfatizza il ruolo delle istituzioni - definite come insiemi di regole, norme, procedure e pratiche - nella strutturazione delle azioni individuali e collettive. Le istituzioni, in questo quadro, sono viste come un "quadro" o un "copione" per il comportamento. Esse stabiliscono regole e norme che guidano e vincolano le scelte degli individui, definiscono i ruoli e le responsabilità dei diversi attori e facilitano il coordinamento e la cooperazione tra di essi. Ad esempio, una costituzione politica può stabilire regole per il processo elettorale, definire i ruoli del presidente, del parlamento e dei tribunali e stabilire procedure per la creazione di nuove leggi. Queste regole e procedure contribuiscono a strutturare il comportamento degli attori politici e a facilitare la governance democratica. L'istituzionalismo si occupa quindi di capire come le istituzioni influenzino il comportamento, come si evolvano e cambino nel tempo e come influenzino i risultati sociali, politici ed economici.
L'istituzionalismo offre una prospettiva che completa e rende più sfumato l'approccio basato sulla razionalità degli attori e la spiegazione dell'azione basata sugli interessi. Mentre questi approcci enfatizzano l'idea che gli individui agiscano secondo i loro interessi personali e cerchino di massimizzare i loro guadagni, l'istituzionalismo aggiunge un ulteriore livello di complessità mostrando come le istituzioni possano influenzare, limitare o modellare queste azioni e scelte. Le istituzioni definiscono regole e norme di comportamento accettabili, creano incentivi e sanzioni per certi tipi di azione e stabiliscono procedure e strutture che possono facilitare o ostacolare certe forme di interazione. Di conseguenza, anche se gli attori agiscono razionalmente e guidati dai loro interessi, le loro azioni sono comunque strutturate e vincolate dal contesto istituzionale in cui si trovano. In altre parole, l'istituzionalismo riconosce che gli attori sono plasmati e modellati dalle istituzioni che li circondano. Essi sono "inseriti" in strutture istituzionali che influenzano le loro percezioni, aspettative e strategie. Questo approccio aiuta quindi a far luce sulle complesse dinamiche tra individui e istituzioni, e tra agenzia e struttura, nella vita sociale, politica ed economica.
L'istituzionalismo sottolinea il ruolo delle istituzioni come strutture che influenzano e vincolano le scelte e le azioni individuali. Stabilendo determinate regole, norme e procedure, le istituzioni possono limitare il numero di opzioni a disposizione degli attori. Ad esempio, le regole di un sistema politico possono stabilire chi può candidarsi alle elezioni, come vengono contati i voti o chi ha il diritto di partecipare al processo decisionale politico. Allo stesso modo, in un'azienda, le regole e le procedure organizzative possono determinare chi ha il diritto di prendere determinate decisioni, come vengono condivise le informazioni o come vengono risolti i conflitti. Limitando la gamma di possibilità, le istituzioni aiutano a strutturare il comportamento e a rendere le azioni più prevedibili. In questo modo, possono ridurre l'incertezza, facilitare il coordinamento e la cooperazione e contribuire alla stabilità e all'ordine sociale. Tuttavia, possono anche essere fonte di vincoli e conflitti e la loro influenza sul comportamento può essere contestata e modificata.
James March and Johan Olsen[modifier | modifier le wikicode]
James G. March et Johan P. Olsen ont formulé une définition influente des institutions dans leur travail sur le "nouvel institutionnalisme". Dans Elaborating the “New Institutionalism”, ils définissent les institutions comme des« collections of structures, rules and standard operating procedures that have a partly autonomous role in political life ».[3]
Selon eux, les institutions sont des "collections de structures, de règles et de procédures opérationnelles standard qui ont un rôle partiellement autonome dans la vie politique". Cette définition met en évidence plusieurs aspects clés des institutions. Premièrement, les institutions sont constituées de structures, de règles et de procédures - elles ne sont pas simplement des organisations ou des entités formelles, mais aussi des ensembles de pratiques et de normes qui guident le comportement. Deuxièmement, les institutions ont un rôle "partiellement autonome" dans la vie politique. Cela signifie qu'elles ne sont pas simplement des outils passifs utilisés par les acteurs politiques, mais qu'elles peuvent influencer activement le comportement et les résultats politiques. Par exemple, les règles d'un système politique peuvent influencer qui est élu, quelles politiques sont adoptées, et comment les conflits sont résolus. March et Olsen sont particulièrement connus pour leur approche du "nouvel institutionnalisme" en science politique, qui met l'accent sur le rôle des institutions en tant que structures qui façonnent le comportement politique, et sur la manière dont les institutions elles-mêmes changent et évoluent.
Les procédures opérationnelles standard (SOP) sont des ensembles de directives étape par étape que les employés d'une organisation sont censés suivre lorsqu'ils exécutent des tâches routinières ou courantes. Ces procédures sont conçues pour améliorer l'efficacité, assurer la cohérence et réduire les erreurs ou les oublis. Dans le contexte institutionnel, ces SOP peuvent avoir un impact significatif sur le comportement des individus au sein de l'organisation. En établissant une routine et une prévisibilité, les SOP façonnent les attentes des employés sur la façon dont ils doivent se comporter et accomplir leurs tâches. Elles peuvent également créer une culture organisationnelle qui influence la façon dont les employés interagissent entre eux et avec des parties externes. Cependant, il est important de noter que, bien que les SOP soient généralement conçues pour être suivies, elles ne sont pas toujours strictement respectées. Les employés peuvent parfois s'écarter des SOP pour diverses raisons, telles que la nécessité de répondre à des situations inattendues, des conflits avec d'autres règles ou normes, ou des perceptions que certaines procédures sont inefficaces ou inutiles. Par conséquent, l'interaction entre les SOP et le comportement humain peut être complexe et dynamique.
On peut dire que les procédures opérationnelles standard (SOP), en tant que partie intégrante des institutions, jouent un rôle autonome dans la vie politique. Elles établissent un cadre qui guide le comportement des acteurs politiques, influence les processus de prise de décision et contribue à façonner les résultats politiques. Par exemple, les règles parlementaires qui régissent le débat et le vote sur les projets de loi peuvent influencer le résultat de ces processus. De même, les procédures de vote et de décompte des voix lors des élections peuvent avoir un impact sur qui est élu. Ces procédures sont donc une partie importante du "jeu politique" et peuvent avoir un impact significatif sur le fonctionnement de la politique. Même si ces procédures ont un rôle autonome, elles sont aussi influencées par les acteurs politiques qui peuvent chercher à changer ou à contourner ces règles pour atteindre leurs objectifs. L'interaction entre les procédures institutionnelles et les acteurs politiques est donc dynamique et réciproque.
Tipi di istituzioni[modifier | modifier le wikicode]
Stabilire una tipologia di istituzioni offre una serie di vantaggi, non ultimo quello di facilitare la comprensione e l'analisi del complesso panorama politico. Classificando le istituzioni in base alla loro funzione, alla loro struttura o al loro livello di azione, sia esso locale, nazionale o internazionale, è possibile rendere il loro studio più accessibile e gestibile. Inoltre, una tipologia consente di effettuare confronti pertinenti tra istituzioni diverse, all'interno dello stesso Paese o tra Paesi diversi. Ciò può rivelare i punti di forza e di debolezza delle diverse configurazioni istituzionali e contribuire alla comprensione dell'impatto delle istituzioni sui risultati politici e socio-economici. Inoltre, classificando le istituzioni in diversi tipi, siamo in grado di sviluppare teorie sul loro funzionamento e di prevedere il loro comportamento, che possono informare la nostra conoscenza delle differenze tra, ad esempio, le istituzioni democratiche e quelle autoritarie, o il modo in cui le istituzioni economiche influenzano lo sviluppo economico. Infine, la conoscenza dei diversi tipi di istituzioni può guidare le decisioni politiche e gli sforzi di riforma. Se la ricerca rivela che alcuni tipi di istituzioni sono più efficaci nel promuovere lo sviluppo economico o la stabilità politica, queste informazioni potrebbero informare gli sforzi per modificare le istituzioni esistenti o crearne di nuove. Tuttavia, va ricordato che qualsiasi tipologia, nonostante il suo valore, è una semplificazione della realtà e potrebbe non coprire l'intera diversità e complessità delle istituzioni reali.
Le istituzioni esistono a vari livelli e hanno funzioni e ambiti distinti, e ognuno di questi livelli di istituzioni svolge un ruolo importante nella strutturazione dell'interazione sociale, economica e politica:
- A livello internazionale, esistono istituzioni come l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Queste istituzioni stabiliscono norme e standard che regolano le relazioni tra le nazioni.
- A livello transnazionale, esistono esempi come i codici di condotta per le imprese multinazionali. Questi codici sono concepiti per monitorare e regolare il comportamento delle aziende su scala globale, in particolare per quanto riguarda la distribuzione di beni e servizi. Essi cercano di garantire il rispetto di determinate condizioni e diritti di lavoro nei vari Paesi in cui le imprese operano. Rappresentano una sorta di regime internazionale a livello di impresa privata, che riguarda sia il produttore che il fornitore.
- A livello nazionale, le istituzioni comprendono costituzioni, parlamenti, partiti politici, sistemi elettorali, ecc. Queste istituzioni strutturano e regolano il funzionamento del governo e della politica all'interno di uno specifico Paese.
- Infine, a livello subnazionale, regionale o settoriale, vi sono istituzioni come i contratti collettivi a livello industriale. Queste istituzioni operano a un livello più localizzato, governando settori specifici dell'economia o regioni specifiche di un Paese.
Nel campo della scienza politica si distinguono generalmente diversi tipi di istituzioni, tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
- Istituzioni politiche: queste istituzioni strutturano e governano il funzionamento del governo e della politica in senso lato. Comprendono gli organi di governo come il parlamento, l'esecutivo e la magistratura, nonché i partiti politici, i sindacati e talvolta anche i media.
- Istituzioni amministrative: sono le organizzazioni responsabili dell'attuazione delle leggi e delle politiche decise dalle istituzioni politiche. Comprendono i ministeri, le agenzie governative, le forze di polizia, l'esercito, ecc.
- Istituzioni economiche: queste istituzioni governano la vita economica di un Paese o di una regione. Comprendono banche, borse valori, autorità di regolamentazione finanziaria, ecc.
- Istituzioni sociali: sono le organizzazioni che governano la vita sociale e culturale. Possono includere organizzazioni come scuole, università, chiese, club sociali, ecc.
- Istituzioni legislative: sono responsabili della creazione di leggi. Comprendono organi come il Parlamento o il Congresso.
- Istituzioni giudiziarie: hanno il compito di interpretare e applicare le leggi. Comprendono i tribunali e altri organi giudiziari.
- Istituzioni internazionali: sono organizzazioni che regolano le relazioni tra le nazioni, come le Nazioni Unite, l'Organizzazione mondiale del commercio, l'Unione europea, ecc.
- Istituzioni non governative: sono organizzazioni indipendenti che hanno un impatto significativo sulla politica, sulla società e sull'economia, come le organizzazioni non governative (ONG), i gruppi di pressione, i media, ecc.
Esiste anche una categoria di istituzioni meno formali che svolgono un ruolo significativo nella governance globale. Ad esempio, il Forum economico mondiale di Davos, pur avendo una certa formalità in quanto riunione annuale, presenta aspetti informali in termini di composizione. Non è chiaro chi siano i membri precisi, il che rende difficile codificare regole molto formali. Nonostante questa informalità, il forum rimane una piattaforma influente dove i leader mondiali, i dirigenti d'azienda e gli intellettuali possono incontrarsi, scambiare idee e definire le agende globali. Un altro esempio è il G20, un gruppo informale composto dalle 19 maggiori economie mondiali e dall'Unione Europea. Sebbene non abbia poteri esecutivi formali, il G20 svolge un ruolo importante nella governance internazionale, facilitando il dialogo e la cooperazione sulle questioni economiche e finanziarie globali. La sua natura informale gli consente di affrontare questioni più ampie di quelle solitamente trattate da istituzioni più formali, ma rende anche i suoi risultati meno vincolanti e più soggetti alla volontà politica dei suoi membri. Questi esempi dimostrano che anche le istituzioni informali possono avere un impatto significativo sulla politica globale, nonostante - o forse proprio a causa - della loro mancanza di formalità.
I termini "organizzazioni" e "istituzioni" sono spesso usati in modo intercambiabile nel discorso quotidiano, sebbene il loro significato differisca leggermente nel contesto della scienza politica. Gli attori sociali, gli attori politici e le organizzazioni di interesse possono essere considerati sia istituzioni che organizzazioni. In quanto tali, agiscono come agenti di cambiamento politico. Quando li consideriamo come istituzioni, ci concentriamo su come strutturano e regolano il comportamento all'interno di una società o di un sistema politico. Esaminiamo come le loro regole, procedure e norme influenzino il comportamento di individui e gruppi e come queste strutture possano cambiare nel tempo. Quando le consideriamo come organizzazioni, ci concentriamo invece sul loro ruolo di attori nel sistema politico. Si guarda a come utilizzano il loro potere e la loro influenza per raggiungere i loro obiettivi, a come interagiscono con altri attori e organizzazioni e a come queste interazioni possono contribuire al cambiamento istituzionale. In breve, sebbene i termini "istituzione" e "organizzazione" possano talvolta essere usati in modo intercambiabile, essi evidenziano aspetti diversi del ruolo degli attori nel sistema politico. Gli scienziati politici possono scegliere di concentrarsi su uno o sull'altro aspetto, o di considerarli contemporaneamente, a seconda delle loro specifiche domande di ricerca.
In che modo le istituzioni influenzano i risultati?[modifier | modifier le wikicode]
Le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale nella definizione delle politiche e possono influenzarle in tre modi principali:
- Influenzando le capacità dei diversi attori: le istituzioni possono conferire o limitare il potere dei diversi attori a seconda delle regole e delle procedure che stabiliscono. Ad esempio, una costituzione può stabilire quali sono le responsabilità del governo e quali poteri sono concessi a diversi organismi o individui. Ciò può influire sulla capacità di questi attori di attuare politiche o di influenzare il processo politico.
- Alterando le preferenze degli stakeholder: le istituzioni possono anche modellare le preferenze degli stakeholder definendo ciò che è considerato accettabile o desiderabile in una determinata società. Ad esempio, le norme sociali, che sono una forma di istituzione, possono influenzare le preferenze politiche degli individui stabilendo ciò che è considerato un comportamento buono o cattivo.
- Influenzando le strategie degli individui o degli Stati: infine, le istituzioni possono influenzare le strategie che gli individui o gli Stati scelgono di adottare per raggiungere i loro obiettivi. Ad esempio, le regole elettorali possono influenzare la strategia di un partito politico durante una campagna elettorale. Allo stesso modo, i trattati internazionali possono influenzare la strategia diplomatica o di politica estera di uno Stato.
Le istituzioni sono forze potenti che possono plasmare il panorama politico influenzando le capacità, le preferenze e le strategie degli attori politici.
Influenza delle istituzioni sul potere politico[modifier | modifier le wikicode]
Le istituzioni svolgono un ruolo importante nel determinare e limitare il potere politico in qualsiasi società. Ecco come possono influenzare il potere politico:
- Struttura di governo: Le istituzioni possono definire la struttura del governo e distribuire il potere tra i diversi rami del governo, come il legislativo, l'esecutivo e il giudiziario. Questo può avere un impatto sull'equilibrio dei poteri e prevenire gli abusi di potere. Ad esempio, la costituzione di un Paese è un'istituzione che stabilisce chiaramente come deve essere organizzato il governo e come deve essere esercitato il potere.
- Regolazione del comportamento politico: le istituzioni possono regolare il comportamento degli attori politici attraverso leggi, norme e regolamenti. Ciò può includere regole sul finanziamento delle campagne elettorali, sulla condotta elettorale, sul lobbismo e su altri aspetti del processo politico.
- Formazione dell'opinione pubblica: alcune istituzioni, come i media o l'istruzione, possono influenzare l'opinione pubblica, che a sua volta può influenzare il potere politico. Ad esempio, i media possono dare risalto a determinate questioni, dare forma al dibattito pubblico e influenzare l'opinione pubblica, che a sua volta può avere un impatto sulla politica.
- Facilitare la partecipazione civica: anche le istituzioni possono facilitare o ostacolare la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Ad esempio, le leggi sul voto, le procedure di voto e le regole di finanziamento delle campagne elettorali possono influenzare chi può partecipare al processo politico e come.
- Monitoraggio dell'attuazione delle politiche: le istituzioni, come il sistema giudiziario o gli organismi di regolamentazione, possono monitorare l'attuazione delle politiche e garantire che il potere politico sia esercitato in conformità alle leggi e ai regolamenti esistenti.
Nel contesto della scienza politica, le istituzioni possono svolgere un ruolo centrale nello strutturare e modulare le relazioni di potere, sia all'interno di uno Stato che tra Stati diversi.
- NAFTA - North-American Free Trade Agreement
L'Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA), ora sostituito dall'Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA), è un esempio di come un'istituzione possa influenzare il potere di diversi attori in un sistema politico. L'obiettivo di questi accordi era quello di creare un mercato unico tra Stati Uniti, Canada e Messico, dove le merci potessero circolare senza tariffe. Ciò ha indubbiamente rafforzato il potere delle multinazionali, consentendo loro di spostare la produzione in regioni con un costo del lavoro inferiore, come il Messico. Ciò ha aperto la possibilità di massimizzare i profitti sfruttando la vicinanza geografica per mantenere relativamente bassi i costi di trasporto. Questo è un esempio lampante di come le istituzioni possano rimodellare il panorama politico ed economico, ridistribuendo il potere e creando nuove dinamiche.
Accordi commerciali come il NAFTA hanno dato alle multinazionali un maggiore potere, soprattutto grazie alla loro maggiore capacità di delocalizzare la produzione. Questo potere è in gran parte dovuto alla mobilità delle aziende, mentre i lavoratori sono generalmente più legati a una specifica località. La maggiore mobilità delle imprese consente loro di rispondere ai costi e alle condizioni di lavoro delocalizzando la produzione in luoghi dove questi fattori sono più favorevoli. Ciò crea una dinamica in cui le aziende possono potenzialmente minacciare di delocalizzare la produzione se i lavoratori chiedono migliori condizioni di lavoro, salari più alti o altri miglioramenti. Questo può portare a una pressione al ribasso sui salari e sulle condizioni di lavoro, in quanto i lavoratori sono costretti a competere a livello internazionale.
- Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un altro organo in cui le istituzioni giocano un ruolo importante nella distribuzione del potere politico. I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Russia e Cina - hanno il diritto di veto su qualsiasi risoluzione sostanziale. Ciò significa che possono bloccare qualsiasi decisione con cui non sono d'accordo, indipendentemente dal sostegno che tale decisione può ricevere dagli altri membri del Consiglio di Sicurezza. Questa disposizione istituzionale conferisce un potere considerevole ai cinque membri permanenti, consentendo loro di esercitare un'influenza sproporzionata sulla politica internazionale. Inoltre, consente loro di usare il potere di veto per contrastare il potenziale emergere di nuove potenze globali o regionali. Ad esempio, possono usare il loro veto per bloccare l'ammissione di nuovi membri permanenti, come l'India o il Brasile, o per contrastare le ambizioni internazionali di Paesi come l'Iran.
L'influenza delle istituzioni sulle preferenze[modifier | modifier le wikicode]
Le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale nella formazione e nell'evoluzione delle preferenze individuali e collettive. Da un lato, possono influenzare le preferenze attraverso il processo di socializzazione. Ad esempio, l'istruzione, in quanto istituzione, svolge un ruolo cruciale nella formazione dei valori, degli atteggiamenti e delle convinzioni delle persone. Anche le istituzioni religiose, culturali e familiari svolgono un ruolo importante nella formazione delle preferenze individuali. D'altra parte, le istituzioni hanno anche un effetto indiretto sulle preferenze determinando la posizione materiale dell'individuo o dell'agente nell'economia e nella politica. Ad esempio, le istituzioni economiche come il mercato del lavoro, i sistemi di protezione sociale e le politiche fiscali possono influenzare le preferenze degli individui in termini di allocazione delle risorse o di politiche pubbliche. Allo stesso modo, le istituzioni politiche, come il sistema elettorale, possono influenzare le preferenze delle persone in termini di partecipazione politica e di sostegno a diverse ideologie politiche. Le istituzioni hanno una notevole influenza sul modo in cui gli individui percepiscono le loro opzioni e compiono le loro scelte, e quindi svolgono un ruolo centrale nella formazione e nell'evoluzione delle preferenze.
L'effetto di socializzazione è un processo attraverso il quale gli individui acquisiscono atteggiamenti, credenze, norme e comportamenti specifici di un determinato gruppo o società. Nel contesto istituzionale, questo effetto di socializzazione è spesso intensificato da norme istituzionali forti e da interazioni regolari tra i membri dell'istituzione. Ad esempio, un'istituzione come un'università o un'azienda può avere una cultura organizzativa molto forte che influenza le credenze, gli atteggiamenti e i comportamenti dei suoi membri. Attraverso interazioni regolari e ripetute nel tempo, gli individui possono interiorizzare le norme e i valori dell'istituzione, che possono influenzare il loro modo di pensare e di comportarsi, sia all'interno che all'esterno dell'istituzione. Anche le istituzioni politiche possono avere un effetto di socializzazione. Ad esempio, un partito politico può avere norme e ideologie forti che influenzano le credenze e i comportamenti dei suoi membri. Allo stesso modo, le istituzioni governative possono avere norme e procedure che influenzano il modo in cui i funzionari pubblici pensano e agiscono. Ciò può essere particolarmente importante per la definizione delle politiche pubbliche e della governance.
Un fenomeno chiave della politica globale e dello sviluppo economico è l'influenza delle élite globali sulle preferenze politiche ed economiche delle élite nazionali, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Attraverso interazioni ripetute, ad esempio in occasione di conferenze internazionali o riunioni a Washington, le élite dei Paesi in via di sviluppo possono essere esposte a idee, norme e convinzioni prevalenti tra le élite globali, come la convinzione dei benefici del libero scambio. Anche se inizialmente possono essere riluttanti ad abbracciare queste idee a causa dei loro interessi nazionali o settoriali, queste élite possono finire per essere convinte dal discorso dominante, soprattutto se vedono prove del suo successo altrove. Queste interazioni regolari possono quindi portare a una sorta di "convergenza ideologica" o socializzazione politica, in cui le élite dei Paesi in via di sviluppo adottano gradualmente le convinzioni e le preferenze delle élite globali. Ciò può a sua volta influenzare le politiche attuate nei loro Paesi d'origine e può potenzialmente avere un impatto significativo sullo sviluppo economico e politico di questi Paesi.
Una tendenza comune osservata in molti Paesi in transizione verso la democrazia è che le élite militari, che spesso hanno svolto un ruolo importante nei regimi autoritari, possono essere riluttanti a cedere il potere alle autorità civili. Possono temere la perdita della loro autonomia, del loro status privilegiato e dei loro vantaggi materiali. L'esempio della Spagna nel 1981 è una buona illustrazione di questa dinamica. Nonostante la transizione alla democrazia iniziata nel 1975 dopo la morte del dittatore Francisco Franco, alcuni elementi delle forze armate cercarono di rovesciare il governo democraticamente eletto con un colpo di Stato. Tuttavia, il colpo di Stato è fallito e la Spagna ha proseguito il suo cammino verso la democrazia. L'Egitto offre un altro esempio di questa dinamica, dove i militari hanno negoziato una posizione privilegiata nel regime post-rivoluzionario. Dopo la rivoluzione del 2011 che ha rovesciato il presidente Hosni Mubarak, i militari hanno svolto un ruolo importante nel nuovo regime. Questo ha portato a tensioni e conflitti con le forze civili che cercavano di instaurare una democrazia più aperta e inclusiva. Questi esempi dimostrano che la transizione alla democrazia può essere un processo complesso e spesso contestato, con diversi gruppi che lottano per il potere e cercano di preservare i propri interessi. Le istituzioni politiche, in particolare l'esercito e le altre strutture ereditate dai regimi precedenti, svolgono un ruolo fondamentale in questo processo.
La modernizzazione delle forze armate spagnole e la loro integrazione nella NATO negli anni Settanta hanno svolto un ruolo importante nella transizione democratica del Paese. Grazie a questa integrazione e alle esercitazioni congiunte con altre forze armate della NATO, le élite militari spagnole sono state esposte a nuove norme e pratiche militari, in cui i militari sono subordinati al potere politico. Questa socializzazione può aver influenzato le preferenze delle élite militari spagnole e averle aiutate a comprendere il loro ruolo in un sistema democratico. Questo è un ottimo esempio di come le istituzioni internazionali e le interazioni tra Paesi possano influenzare le trasformazioni politiche interne. Partecipando a queste esercitazioni congiunte e impegnandosi con le loro controparti della NATO, le forze armate spagnole hanno potuto vedere come gli eserciti operano in democrazie consolidate. Questa esperienza ha probabilmente contribuito a plasmare la loro comprensione del ruolo appropriato dell'esercito in una democrazia e a modificare le loro preferenze di conseguenza. Pertanto, questo processo di socializzazione e interazione ha giocato un ruolo chiave nella ridefinizione delle preferenze e degli atteggiamenti delle élite militari spagnole, facilitando la transizione del Paese verso la democrazia. Questo è un ottimo esempio di come le istituzioni - in questo caso la NATO - possano influenzare il processo politico a livello nazionale.
Una situazione complessa si è presentata durante la crisi del debito della Grecia, membro dell'Unione Monetaria Europea. Normalmente, un Paese con un forte deficit di bilancio e un elevato debito pubblico deve affrontare tassi di interesse più elevati da parte degli investitori internazionali. Questo accade perché il rischio associato agli investimenti in quel Paese aumenta e gli investitori chiedono un premio di rischio per compensare questo rischio aggiuntivo. Tuttavia, nel caso della Grecia, l'adesione all'Unione Monetaria Europea ha cambiato in parte questa dinamica. In quanto membro dell'Eurozona, la Grecia ha avuto accesso a tassi di interesse relativamente bassi grazie alla percezione che l'euro, sostenuto dalla Banca Centrale Europea e da economie forti dell'Eurozona come la Germania e la Francia, fosse una valuta stabile. Ciò ha permesso alla Grecia di continuare a contrarre prestiti a tassi d'interesse relativamente bassi, nonostante gli ampi deficit di bilancio. Tuttavia, quando la realtà dei problemi di bilancio della Grecia è diventata evidente e la fiducia degli investitori ha iniziato a vacillare, la Grecia ha dovuto affrontare una crisi del debito, con un rapido aumento dei tassi di interesse sul debito sovrano. La crisi ha richiesto un piano di salvataggio internazionale e riforme economiche draconiane imposte dalla troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale). Ciò dimostra come le istituzioni, in questo caso l'Unione Monetaria Europea, possano influenzare le dinamiche economiche e politiche a livello nazionale, talvolta in modo inaspettato.
L'appartenenza della Grecia all'Unione Monetaria Europea ha permesso al Paese di perseguire una politica fiscale espansiva, beneficiando al contempo di bassi tassi di interesse sul debito. Ciò è dovuto alla percezione che i Paesi dell'eurozona condividono una certa sicurezza e stabilità, sostenuta dalla Banca Centrale Europea. Tuttavia, a lungo termine, ciò ha portato all'accumulo di un debito insostenibile che alla fine ha portato alla crisi finanziaria della Grecia. Quando i problemi finanziari della Grecia sono stati resi noti e gli investitori hanno iniziato a dubitare della capacità del Paese di ripagare i propri debiti, i tassi di interesse sono aumentati in modo significativo, aggravando i problemi finanziari del Paese. Quanto accaduto in Grecia è un esempio di come le istituzioni, in questo caso l'Unione Monetaria Europea, possano influenzare il comportamento dei Paesi membri e le decisioni politiche che essi prendono. È anche un esempio di come questi comportamenti possano avere conseguenze impreviste e potenzialmente devastanti.
Influenza delle istituzioni sulle strategie e sulle interazioni[modifier | modifier le wikicode]
Da un lavoro di Davis intitolato International Institutions and Issue Linkage: Building Support for Agricultural Trade Liberalization, possiamo capire come il contesto istituzionale dei negoziati commerciali internazionali multilaterali influenzi le strategie e i risultati degli Stati.[4] La ricerca di Davis dimostra che le istituzioni internazionali, come l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), possono influenzare le strategie negoziali degli Stati membri e i risultati dei negoziati. L'OMC è un'istituzione che promuove la liberalizzazione del commercio internazionale stabilendo regole per il commercio e fornendo una piattaforma per i negoziati commerciali.
Nei negoziati commerciali, gli Stati membri dell'OMC possono adottare diverse strategie per difendere i propri interessi. Possono scegliere di concentrarsi su aree specifiche, come l'agricoltura, o adottare un approccio più ampio, collegando diverse questioni. Ad esempio, un Paese potrebbe essere disposto a fare concessioni sull'accesso al mercato agricolo in cambio di un migliore accesso al mercato per i suoi prodotti industriali. Secondo Davis, l'OMC incoraggia il "collegamento di questioni", ossia l'inclusione di diversi argomenti di negoziazione in un'unica serie di discussioni. Ciò consente agli Stati membri di costruire coalizioni più ampie e di raggiungere accordi più favorevoli. Ad esempio, un Paese con un forte settore agricolo potrebbe allearsi con un Paese con un forte settore industriale per ottenere concessioni reciprocamente vantaggiose. Tuttavia, Davis osserva che il legame tra le questioni può anche rendere i negoziati più complessi e più difficili da concludere. Questo può spiegare in parte perché i negoziati commerciali multilaterali sono spesso lunghi e difficili. Le istituzioni internazionali come l'OMC possono influenzare le strategie negoziali degli Stati membri e l'esito dei negoziati. Possono incoraggiare gli Stati ad adottare strategie più complesse e a collegare più questioni tra loro, ma questo può anche rendere i negoziati più complessi e più difficili da concludere.
Davis sottolinea che quando i negoziati commerciali sono condotti su base settoriale, i Paesi sviluppati hanno spesso difficoltà a liberalizzare i propri settori agricoli. Ciò è dovuto alla presenza di potenti interessi politici ed economici che resistono alla liberalizzazione, come nel caso dell'Associazione svizzera dei contadini in Svizzera o degli agricoltori francesi che riescono a proteggere il mercato europeo dai prodotti agricoli importati. Questi gruppi di interesse possono esercitare un'influenza significativa sulla politica agricola e resistere alle pressioni per l'apertura del mercato.
Quando i negoziati sono condotti su base settoriale, può essere molto difficile ottenere la liberalizzazione del commercio, soprattutto nel settore agricolo. Ciò è dovuto ai potenti interessi politici ed economici che possono esistere all'interno di questo settore, che possono opporsi fortemente a qualsiasi tentativo di liberalizzazione. Inoltre, le questioni relative alla sicurezza alimentare, all'occupazione rurale e alla tutela dell'ambiente possono rendere particolarmente complessa la liberalizzazione del settore agricolo.
Quando viene introdotta un'innovazione istituzionale attraverso il concetto di issue linkage, che è una struttura più o meno formale progettata per riunire diverse questioni, il quadro dei negoziati viene ampliato. Invece di negoziare questione per questione e settore per settore, la liberalizzazione di un settore, come quello dei servizi, può essere collegata ad altre questioni. Questo approccio può facilitare i negoziati, in quanto consente di tenere conto degli interessi dei diversi attori e di bilanciare i guadagni e le perdite tra i vari settori. Ad esempio, uno Stato potrebbe essere disposto ad accettare la liberalizzazione in un settore in cui ha interessi difensivi se, in cambio, ottiene guadagni in un altro settore in cui ha interessi offensivi.
L'auteur démontre que la création d'un lien entre le domaine de l'agriculture et celui des services peut encourager et favoriser la libéralisation des échanges. Cela s'explique par le fait qu'un État peut être disposé à accepter une libéralisation dans un secteur où il a des intérêts défensifs (par exemple l'agriculture), si en contrepartie il obtient des gains dans un autre secteur où il a des intérêts offensifs (par exemple les services). Cette approche permet donc d'équilibrer les gains et les pertes entre différents secteurs, facilitant ainsi les négociations commerciales. C'est ce que l'on appelle le "issue linkage" ou la liaison d'enjeux, un mécanisme clé dans les négociations multilatérales.
L'idea di creare collegamenti o "issue linkage" tra diverse aree di negoziazione permette di ripensare il modo in cui i gruppi di interesse si mobilitano. Invece di opporsi l'uno all'altro su questioni specifiche, i diversi gruppi possono collaborare e fare lobby insieme per raggiungere obiettivi comuni. Ad esempio, un settore industriale che trae vantaggio dalla liberalizzazione del commercio potrebbe fare pressione insieme a un settore agricolo per sostenere la liberalizzazione dell'agricoltura. L'industria beneficerebbe dell'apertura dei mercati agricoli e l'agricoltura dell'apertura dei mercati industriali. Questo può portare a una maggiore mobilitazione per la liberalizzazione del commercio in generale. Può riconfigurare il panorama politico e creare nuove alleanze tra attori con interessi comuni. Può anche aiutare a superare gli ostacoli alla liberalizzazione, rendendo più facile la negoziazione di compromessi. Ad esempio, se un settore è riluttante a liberalizzare, può essere più disposto a farlo se anche altri settori sono aperti alla concorrenza. Tuttavia, bisogna anche tenere presente che questo processo può dare origine a conflitti tra gruppi di interesse che si sentono danneggiati da questi accordi e che possono mobilitarsi per opporvisi. La gestione di queste tensioni è quindi un fattore chiave per il successo delle strategie di collegamento.
Lo Stato può avere preferenze diverse in diversi ambiti. Ad esempio, potrebbe preferire non liberalizzare il settore agricolo per proteggere gli interessi degli agricoltori, ma potrebbe essere più disposto a liberalizzare il settore dei servizi se vede un vantaggio economico nel farlo. L'introduzione del meccanismo di "issue linkage", o la creazione di legami tra diverse aree di negoziazione, può modificare la strategia dello Stato. Anche se le preferenze dello Stato rimangono invariate, può essere disposto ad accettare dei costi (come l'impatto della liberalizzazione sul settore agricolo) se questo gli consente di ottenere dei vantaggi (come l'apertura del settore dei servizi alla concorrenza internazionale). Questo dimostra come le istituzioni, anche quelle informali, possano influenzare le strategie nazionali riconfigurando i paletti negoziali. Tuttavia, è importante notare che questo processo può anche dare origine a conflitti e tensioni, soprattutto se alcune parti interessate si sentono danneggiate dai cambiamenti. La gestione di questi conflitti è fondamentale per il successo delle strategie di issue linkage.
Il neoistituzionalismo riconosce l'importanza dei conflitti di interesse in politica e in economia, ma si concentra sul modo in cui le istituzioni strutturano questi conflitti e ne determinano gli esiti. Le istituzioni, per loro natura, creano regole del gioco che possono favorire alcuni attori a scapito di altri. Ciò significa che, sebbene gli interessi e le risorse possano influenzare le dinamiche politiche ed economiche, è la struttura istituzionale a determinare in ultima analisi chi ha il potere e chi controlla le risorse. Le istituzioni possono rafforzare le disuguaglianze di potere esistenti o contribuire a mitigarle. La prospettiva istituzionalista rappresenta quindi un importante contributo alla comprensione della politica e dell'economia, in quanto evidenzia il ruolo centrale delle istituzioni nel determinare le relazioni di potere e i risultati politici ed economici. Questo approccio aggiunge un'ulteriore dimensione all'analisi dei conflitti di interesse, mostrando come le strutture istituzionali possano influenzare le strategie degli attori e i risultati delle loro azioni.
Istituzionalismo-storico[modifier | modifier le wikicode]
L'istituzionalismo storico è un approccio alle scienze sociali che sottolinea l'importanza del ruolo delle istituzioni nel comportamento degli individui e delle società. Questo approccio è particolarmente utilizzato nelle scienze politiche e nella sociologia. L'istituzionalismo storico sottolinea il modo in cui le istituzioni, spesso create in risposta a crisi o conflitti, possono avere conseguenze durature che modellano il comportamento futuro di individui e società. Questo approccio riconosce che le istituzioni sono in continua evoluzione e che la loro forma e funzione possono cambiare nel tempo.
Uno dei concetti chiave dell'istituzionalismo storico è l'idea di "dipendenza dal percorso". Questo concetto suggerisce che le decisioni prese in passato possono avere effetti duraturi e influenzare le scelte future. In altre parole, una volta che un'istituzione è stata istituita, è probabile che resista, anche se le circostanze sono cambiate. Un altro concetto importante è quello di "snodi critici". Si tratta di momenti in cui vengono prese decisioni significative che possono avere conseguenze durature per lo sviluppo di un'istituzione o di una società.
L'istituzionalismo storico offre quindi un modo per analizzare e comprendere come le istituzioni plasmino le società, sottolineando l'importanza del contesto storico e riconoscendo che le istituzioni sono spesso il prodotto di complessi processi storici e conflitti sociali.
Unanticipated - unintended consequences[modifier | modifier le wikicode]
Il neo-istituzionalismo si riferisce alla rinascita e alla nuova attenzione per le istituzioni nelle scienze sociali a partire dagli anni '80, dopo un periodo in cui hanno dominato il funzionalismo e il comportamentismo. Tuttavia, il concetto di conseguenze "non intenzionali" o "non previste" ha una portata più ampia ed è incorporato in molti approcci teorici, compreso l'istituzionalismo. Il concetto di conseguenze non intenzionali, originariamente formulato dal sociologo Robert K. Merton, si riferisce a esiti diversi da quelli inizialmente previsti da un'azione o da una decisione. Queste conseguenze possono essere positive, negative o semplicemente impreviste. Ad esempio, una politica governativa può avere conseguenze sociali o economiche impreviste che non erano state previste al momento della sua ideazione.
Nel contesto dell'istituzionalismo storico, le conseguenze non intenzionali possono essere collegate al modo in cui le istituzioni vengono costruite ed evolvono. Ad esempio, un'istituzione creata per risolvere un determinato problema può avere effetti collaterali imprevisti che influenzano altri aspetti della società. L'enfasi sulle conseguenze non intenzionali evidenzia la complessità dei sistemi sociali e politici e il modo in cui le decisioni prese in un settore possono influenzare altri settori in modi talvolta sorprendenti. Inoltre, riflette l'idea che le istituzioni sono in continua evoluzione e che i loro effetti possono cambiare nel tempo.
Il neoistituzionalismo ha portato una nuova prospettiva nel modo di studiare le istituzioni:
- L'importanza delle istituzioni: Il neoistituzionalismo ritiene che le istituzioni svolgano un ruolo cruciale nella strutturazione della vita sociale, politica ed economica. Non si tratta semplicemente di arene in cui gli attori sociali e politici perseguono i loro interessi, ma di strutture che plasmano e influenzano tali interessi.
- L'autonomia delle istituzioni: I neoistituzionalisti sostengono che le istituzioni hanno un certo grado di autonomia dalle forze sociali, economiche e politiche. In altre parole, possono influenzare il comportamento e i risultati indipendentemente dagli interessi degli attori che ne fanno parte.
- Istituzioni formali e informali: il neoistituzionalismo ha ampliato l'ambito di ricerca includendo non solo le istituzioni formali (come i governi, le leggi e le organizzazioni formali) ma anche quelle informali (come le norme sociali, i costumi e le pratiche non scritte). Ciò riflette il riconoscimento che il comportamento è influenzato da una gamma di strutture più ampia di quelle formalmente codificate.
- Il ruolo del tempo e della storia: alcuni neoistituzionalisti, in particolare quelli dell'istituzionalismo storico, sottolineano il ruolo del tempo e della storia nella formazione delle istituzioni. Essi sostengono che le decisioni prese in un determinato momento possono avere effetti duraturi e plasmare la traiettoria futura di un'istituzione, un fenomeno spesso definito "path dependence".
Queste caratteristiche distinguono il neoistituzionalismo dai precedenti approcci istituzionalisti e lo rendono un approccio chiave per comprendere la governance, la politica e il comportamento sociale nel mondo contemporaneo.
L'istituzionalismo, compreso il neoistituzionalismo, si concentra maggiormente sul ruolo delle istituzioni come strutture che determinano il comportamento degli attori e danno forma ai risultati sociali e politici. Si distingue chiaramente dal comportamentismo per diversi aspetti:
- Ruolo delle istituzioni: a differenza del comportamentismo, che si concentra sul comportamento individuale e sulla sua influenza sui sistemi sociali e politici, l'istituzionalismo enfatizza il ruolo delle istituzioni. Si ritiene che le istituzioni abbiano un'influenza sul comportamento degli individui e dei gruppi, nonché sui risultati politici e sociali.
- Struttura e agenzia: mentre il comportamentismo tende a concentrarsi sull'agenzia - le azioni e le decisioni degli individui - l'istituzionalismo considera fondamentale la struttura delle istituzioni. Le istituzioni definiscono le regole del gioco e limitano le opzioni a disposizione degli attori.
- Stabilità contro cambiamento: Il comportamentismo si concentra spesso sul cambiamento, cercando di spiegare come e perché cambia il comportamento individuale. L'istituzionalismo, invece, pone spesso l'accento sulla stabilità, mostrando come le istituzioni persistano nel tempo, anche in assenza di sostegno popolare o di risultati economici.
- Fattori individuali contro fattori contestuali: mentre il comportamentismo tende a concentrarsi su fattori individuali come atteggiamenti, credenze e preferenze, l'istituzionalismo si concentra maggiormente su fattori contestuali, in particolare sul modo in cui le istituzioni strutturano e influenzano il comportamento.
Sebbene il comportamentismo e l'istituzionalismo siano due approcci importanti per comprendere la politica e la società, essi si concentrano su aspetti diversi di questi sistemi.
Il funzionalismo ritiene che le istituzioni esistano per svolgere determinate funzioni o risolvere determinati problemi in una società. Questa prospettiva vede le istituzioni come soluzioni razionali ed efficaci ai problemi della società. L'istituzionalismo, invece, non segue questo approccio. Non vede le istituzioni solo in termini di funzioni o di efficacia. Riconosce che le istituzioni hanno effetti profondi sulla società che vanno ben oltre le loro funzioni o la loro efficacia nel risolvere problemi specifici. Si concentra sul modo in cui le istituzioni modellano il comportamento degli individui e dei gruppi, su come strutturano le interazioni sociali e politiche e su come possono produrre risultati che non sono né previsti né necessariamente desiderati. Inoltre, a differenza del funzionalismo, l'istituzionalismo storico riconosce che le istituzioni possono spesso persistere anche quando non sono più efficaci o rispondenti ai problemi attuali. Si tratta della cosiddetta path dependency, ovvero l'idea che le decisioni o gli eventi del passato abbiano un impatto duraturo e plasmino le traiettorie future. In altre parole, una volta che un'istituzione è stata creata, può essere molto difficile cambiarla o rimuoverla, anche se non svolge più efficacemente la sua funzione originaria.
La prospettiva funzionalista avanza l'idea che le istituzioni siano deliberatamente create e mantenute perché hanno effetti benefici. Ad esempio, un sistema legale potrebbe essere creato perché aiuta a risolvere i conflitti in modo ordinato, o un sistema educativo potrebbe essere creato perché promuove lo sviluppo delle competenze e delle conoscenze necessarie in una società. Gli attori razionali, che cercano di risolvere questi problemi o di raggiungere questi obiettivi, creerebbero quindi queste istituzioni perché riconoscono i benefici funzionali che portano. L'istituzionalismo storico, tuttavia, sottolinea che le istituzioni non sono sempre create in modo così razionale o lungimirante. Ci possono essere fattori storici, relazioni di potere, incidenti o eventi imprevisti che giocano un ruolo importante nella creazione e nell'evoluzione delle istituzioni. Le istituzioni possono anche avere effetti non previsti o non voluti, e questi effetti possono a loro volta influenzare il modo in cui le istituzioni si sviluppano e cambiano nel tempo.
L'assunto generale di molti modelli economici e politici è che quando le istituzioni non riflettono più adeguatamente gli interessi degli attori, vengono modificate per tornare all'equilibrio. Questa è l'idea di "scelta razionale" o "equilibrio istituzionale". Tuttavia, l'istituzionalismo storico mette in discussione questa ipotesi. Sottolinea che il cambiamento istituzionale può essere difficile e costoso e che spesso c'è una forte resistenza al cambiamento. Inoltre, gli attori possono non avere una piena comprensione dei propri interessi o del modo in cui le istituzioni influenzano tali interessi, il che può anche ostacolare il cambiamento istituzionale. Inoltre, anche se le istituzioni cambiano, non è detto che lo facciano in modo da riflettere perfettamente gli interessi degli stakeholder. Al contrario, il cambiamento istituzionale può essere il risultato di compromessi, lotte di potere, processi storici complessi e così via. Di conseguenza, le istituzioni possono continuare ad avere forme e funzioni che non sono ottimali dal punto di vista dell'efficienza o dell'utilità. Infine, l'istituzionalismo storico sottolinea che le istituzioni possono avere effetti importanti sugli interessi e sul comportamento degli attori. Ad esempio, possono influenzare il modo in cui gli attori percepiscono i loro interessi, il modo in cui interagiscono tra loro, le strategie che adottano e così via. In questo modo, istituzioni e stakeholder sono in costante interazione e ciascuno influenza l'altro in modo dinamico e spesso imprevedibile.
L'idea dell'istituzionalismo storico è che le istituzioni abbiano una loro "inerzia" e siano spesso difficili da cambiare. Anche se non sono più perfettamente allineate con gli interessi degli attori, possono persistere a causa di vari fattori, come i costi del cambiamento, la resistenza dei gruppi che traggono vantaggio dallo status quo o semplicemente la forza dell'abitudine e della tradizione. Inoltre, l'istituzionalismo storico sottolinea che le istituzioni non sono necessariamente il risultato di un processo razionale e deliberato volto a trovare la soluzione migliore a un determinato problema. Possono essere il risultato di processi storici complessi, interazioni tra diversi attori e interessi, compromessi, lotte di potere, incidenti e così via. Le istituzioni possono quindi avere forme e funzioni che non sono necessariamente ottimali o addirittura logiche dal punto di vista dell'efficienza o dell'utilità. Ad esempio, un sistema politico o economico può contenere elementi che sembrano irrazionali o inefficienti, ma che sono il risultato di compromessi storici tra diversi gruppi sociali o della persistenza di tradizioni storiche. Le istituzioni possono anche avere effetti imprevisti o non voluti che hanno un impatto sul loro funzionamento e sulla loro evoluzione.
L'istituzionalismo storico tiene conto del tempo nell'analisi delle istituzioni. Riconosce che le istituzioni non sono statiche, ma si evolvono nel tempo e che i processi di cambiamento istituzionale possono essere lunghi e complessi. Questa prospettiva a lungo termine permette di tenere conto delle conseguenze impreviste o non volute della creazione di un'istituzione. Ad esempio, quando gli attori creano un'istituzione, potrebbero non prevedere appieno come essa influenzerà il loro comportamento o i loro interessi in futuro. Possono anche non prevedere come l'istituzione interagirà con altre istituzioni o con fattori sociali, economici o politici. Inoltre, una volta che un'istituzione è in vigore, può avere una "inerzia istituzionale", il che significa che può essere difficile cambiarla, anche se gli attori si rendono conto che sta avendo conseguenze indesiderate. Pertanto, l'istituzionalismo storico sottolinea l'importanza di prendere in considerazione le conseguenze a lungo termine, non previste e non intenzionali delle istituzioni. Significa anche che le istituzioni possono avere bisogno di essere riviste e rielaborate nel tempo, man mano che gli interessi degli attori e le condizioni sociali, economiche e politiche cambiano.
Bo Rothstein, nel suo lavoro del 1992, sottolinea l'influenza delle istituzioni del mercato del lavoro sulla forza della classe operaia, in particolare per quanto riguarda i tassi di sindacalizzazione.[5] Il sistema di Gand, che prende il nome dalla città belga in cui fu introdotto per la prima volta, è una caratteristica di alcuni sistemi di assicurazione contro la disoccupazione. Nel sistema di Gand, i sindacati svolgono un ruolo centrale nell'amministrazione dei sussidi di disoccupazione. In altre parole, sono i sindacati ad amministrare i sussidi per i loro membri, piuttosto che lo Stato o un'agenzia governativa. I sistemi Ghent esistono in diversi Paesi, tra cui Svezia, Finlandia e Belgio. Secondo Rothstein, il sistema Ghent promuove una classe operaia più forte perché incoraggia l'iscrizione ai sindacati. Se i sussidi di disoccupazione sono gestiti dai sindacati, i lavoratori hanno un incentivo in più ad iscriversi a un sindacato. Questo può portare a tassi di sindacalizzazione più elevati e, quindi, a una maggiore forza collettiva della classe operaia. Questo è un buon esempio di come le istituzioni - in questo caso il sistema di assicurazione contro la disoccupazione - possano influenzare il comportamento e i risultati di specifici gruppi di attori della società.
Sembra logico supporre che i governi di sinistra, generalmente favorevoli ai diritti dei lavoratori, sarebbero più inclini a istituire un sistema Ghent. Tuttavia, è importante notare che l'attuazione di un sistema di Gand può dipendere da vari fattori, tra cui il contesto storico, politico e sociale, nonché il sistema giuridico ed economico esistente. Inoltre, l'adozione di un sistema de Ghent potrebbe non essere così semplice come sembra. In primo luogo, richiede che i sindacati abbiano la capacità organizzativa e le risorse finanziarie per gestire efficacemente il sistema di assicurazione contro la disoccupazione. In secondo luogo, richiede che il governo sia disposto a cedere questa responsabilità ai sindacati. Infine, va notato che l'introduzione di un sistema Ghent potrebbe avere conseguenze indesiderate. Ad esempio, potrebbe potenzialmente polarizzare il mercato del lavoro tra lavoratori sindacalizzati e non, oppure potrebbe dare ai sindacati un potere sproporzionato. In breve, mentre l'introduzione di un sistema Ghent può teoricamente rafforzare il movimento sindacale, la sua attuazione pratica può essere più complessa e dipendere da molti fattori contestuali.
Ciò che emerge dall'osservazione di Bo Rothstein è che la realtà politica e storica è spesso più complessa di quanto i modelli teorici possano suggerire. Le motivazioni che spingono i governi ad adottare determinate politiche possono dipendere da molti fattori, tra cui obiettivi strategici a lungo termine, pressioni politiche interne ed esterne e circostanze storiche specifiche. Nel caso della Francia, l'introduzione dell'assicurazione contro la disoccupazione da parte di un governo liberale potrebbe essere spiegata dal desiderio di controllare il movimento operaio, piuttosto che di rafforzarlo. I governi liberali potrebbero aver visto il sistema di Gand come un modo per incanalare l'attività sindacale in un contesto più formale e controllato. Potrebbe anche essere stato visto come un modo per pacificare il movimento sindacale offrendo alcuni vantaggi, pur mantenendo il controllo generale sulla politica economica. I sindacati francesi, con la loro tradizione di indipendenza dallo Stato, potrebbero aver percepito questa manovra come un tentativo di cooptazione e hanno quindi opposto resistenza. Pertanto, il fallimento dell'introduzione del sistema di Gand in Francia può essere visto come una dimostrazione di come le conseguenze impreviste e il complesso intreccio di interessi politici possano influenzare i risultati delle politiche.
A lungo termine, questo svantaggerà il potere della classe operaia francese, perché in Francia il tasso di sindacalizzazione è uno dei più bassi del settore privato, con meno del 10% dei lavoratori iscritti ai sindacati. Il movimento per la creazione di istituzioni nel 1905 in Francia, ad esempio, può aver avuto ragioni a breve termine per le sue decisioni, ma non è stato un atto intenzionale che ha tenuto conto degli sviluppi a lungo termine e delle istituzioni favorevoli ai lavoratori nel lungo periodo. Gli attori non sono sempre chiari su ciò che è vantaggioso per loro. Le decisioni politiche sono spesso prese in risposta a considerazioni a breve termine e non sempre tengono conto delle conseguenze a lungo termine. Ciò può essere dovuto a una moltitudine di fattori, tra cui pressioni politiche immediate, errori strategici o semplicemente una mancanza di comprensione delle implicazioni a lungo termine di una determinata politica.
Nel caso della Francia e del sistema di Gand, sembra che le decisioni prese dai governi liberali e la reazione dei sindacati abbiano avuto conseguenze non volute che hanno finito per indebolire il potere della classe operaia. Questo è un esempio perfetto di come le conseguenze non volute e gli errori di valutazione possano avere un grande impatto sullo sviluppo politico ed economico di un Paese. Tuttavia, è importante notare che anche se gli attori non sono sempre chiari su ciò che è nel loro interesse a lungo termine, questo non significa necessariamente che stiano agendo in modo irrazionale. Al contrario, spesso fanno del loro meglio per navigare in un ambiente complesso e incerto, basandosi sulle informazioni e sulle risorse a loro disposizione in un determinato momento. Questo può talvolta portare a degli errori, ma è una parte inevitabile del processo politico.
L'approccio storico-istituzionalista sottolinea che le istituzioni politiche ed economiche hanno effetti duraturi e talvolta imprevisti che possono non essere immediatamente visibili al momento della loro creazione. Si tratta di una critica importante agli approcci funzionalisti, che generalmente ritengono che le istituzioni siano create per risolvere problemi specifici e che si evolvano o scompaiano quando questi problemi cambiano o vengono risolti. Al contrario, l'istituzionalismo storico sostiene che le istituzioni tendono a persistere nel tempo, anche quando non affrontano più efficacemente i problemi per i quali sono state originariamente create, a causa delle dinamiche di potere, dei costi di transazione e di altri fattori. Inoltre, questa prospettiva sottolinea anche che le istituzioni non sono sempre create razionalmente o con lungimiranza. Al contrario, possono essere il prodotto di decisioni politiche impulsive, di complessi compromessi o anche di pura coincidenza. Queste circostanze possono portare a risultati istituzionali molto diversi da quelli che gli attori originari avrebbero voluto o desiderato, sottolineando così l'importanza del contesto storico e delle contingenze nella formazione delle istituzioni.
Path dependence[modifier | modifier le wikicode]
L'idea di "path dependence" è un concetto centrale dell'istituzionalismo storico. Si riferisce all'idea che le decisioni passate e le istituzioni esistenti possano plasmare e condizionare le scelte future. Questo perché, una volta che un'istituzione o una politica è stata messa in atto, spesso crea aspettative, norme e investimenti che rendono il cambiamento costoso e difficile. Nel contesto delle istituzioni politiche ed economiche, ciò significa che anche se un'istituzione non è più ottimale, o non serve più gli interessi per cui era stata originariamente pensata, può persistere semplicemente perché è difficile cambiare lo status quo. Gli attori politici, economici e sociali possono adattarsi a queste istituzioni e costruire le loro strategie e aspettative intorno ad esse, rendendo qualsiasi cambiamento potenzialmente dirompente e costoso.
L'esempio della sicurezza sociale negli Stati Uniti fornisce una buona illustrazione del concetto di "path dependence" nella scienza politica.
Negli Stati Uniti, il sistema di sicurezza sociale è stato introdotto negli anni '30 in risposta alla Grande Depressione. È stato concepito per fornire una rete di sicurezza ai lavoratori più anziani, fornendo un reddito pensionistico di base. Tuttavia, il sistema è stato concepito in modo tale da dipendere fortemente dai contributi dei lavoratori attuali per finanziare le prestazioni dei pensionati attuali. Nel corso del tempo, la demografia degli Stati Uniti è cambiata, con una percentuale crescente di anziani rispetto ai lavoratori più giovani. Ciò ha comportato una crescente pressione finanziaria sul sistema previdenziale. Tuttavia, nonostante le sfide che il sistema deve affrontare, è estremamente difficile riformarlo o modificarlo in modo significativo. Ciò è dovuto in parte alla dipendenza dei beneficiari attuali e futuri dalla sicurezza sociale, ma anche alla complessità del sistema stesso. I tentativi di riforma hanno spesso incontrato una notevole opposizione politica e pubblica. Sebbene il sistema previdenziale statunitense non sia più il più efficiente o il più equo alla luce delle attuali realtà demografiche ed economiche, esso persiste soprattutto a causa della dipendenza dal percorso. Le decisioni del passato hanno creato un'istituzione che ora è difficile da cambiare, nonostante i suoi evidenti problemi.
William Sewell[modifier | modifier le wikicode]
Nel suo articolo "Three Temporalities: Toward an Eventful Sociology", l'autore William H. Sewell Jr. discute l'idea di path dependence.[6] Questa nozione suggerisce che le decisioni, gli eventi o i risultati passati hanno un impatto significativo sulle decisioni, gli eventi o i risultati futuri.
Secondo Sewell, questa path dependence non è semplicemente una questione di eventi passati che limitano le opzioni future. Egli sottolinea l'idea che queste dipendenze storiche possono anche aprire nuove possibilità e percorsi d'azione che non erano stati considerati in precedenza. Inoltre, queste dipendenze non sono semplicemente lineari o deterministiche. Piuttosto, sono multidimensionali e complesse, con molteplici percorsi possibili che possono essere seguiti in qualsiasi momento.
L'idea chiave della path dependency è che le strutture e gli eventi storici sono importanti. Essi modellano le traiettorie future in modo significativo. Le decisioni prese in passato continuano a influenzare le opzioni disponibili nel presente, e queste decisioni passate possono anche avere un impatto sul futuro in modi inaspettati. Ecco perché è importante tenere conto dei processi storici quando si studiano i fenomeni sociali.
James Mahoney[modifier | modifier le wikicode]
Nell'articolo "Path Dependence in Historical Sociology", pubblicato nel 2000, James Mahoney definisce la path dependence come la caratterizzazione di specifiche sequenze storiche in cui eventi contingenti mettono in moto modelli istituzionali o catene di eventi che hanno proprietà deterministiche: "La path dependence caratterizza specificamente quelle sequenze storiche in cui eventi contingenti mettono in moto modelli istituzionali o catene di eventi che hanno proprietà deterministiche".[7]
Secondo Mahoney, questi eventi contingenti, noti anche come eventi critici o cardine, possono avere effetti su larga scala e duraturi. Questi eventi innescano una sequenza di reazioni a catena che portano alla creazione di nuove istituzioni o di nuovi modelli di comportamento che, una volta consolidati, sono difficili da cambiare.
Il concetto di "dipendenza dal percorso" suggerisce quindi che spesso è difficile deviare da un percorso una volta stabilito, perché i costi per farlo possono essere proibitivi. Inoltre, anche quando le circostanze cambiano, le istituzioni e i comportamenti creati dagli eventi passati possono rimanere in vigore. Di conseguenza, la storia e la specifica sequenza di eventi che si sono verificati possono avere un impatto profondo e duraturo sul corso futuro degli eventi.
Il concetto di path dependence in sociologia storica include l'idea di un momento cruciale, un evento iniziale, talvolta chiamato "punto di svolta" o "punto critico", che innesca una serie di eventi successivi. Questo momento cruciale può sembrare minore o insignificante al momento, ma ha il potenziale per innescare una cascata di eventi che si rafforzano a vicenda. Una volta innescato, questo processo può diventare auto-rinforzante e difficile da invertire, anche se le condizioni originali che hanno portato all'evento iniziale sono cambiate. Questo è ciò che viene spesso definito "lock-in" nella teoria della path dependency. Si tratta di un meccanismo per cui una certa struttura, una volta stabilita, rimane in vigore e influenza il corso futuro degli eventi, anche se quella struttura non è più ottimale o efficiente. Il concetto di path dependence sottolinea quindi l'importanza del tempo e della sequenza degli eventi nel determinare le traiettorie istituzionali e sociali.
Paul Pierson & Theda Skocpol[modifier | modifier le wikicode]
L'espressione "dinamiche di auto-rinforzo o processi di feedback positivo in un sistema politico" è utilizzata da Paul Pierson e Theda Skocpol nel loro articolo "Historical Institutionalism in Contemporary Political Science" pubblicato nel 2002.[8]
In questo contesto, un processo di auto-rinforzo si riferisce a una situazione in cui una volta che un'istituzione o una politica è in vigore, tende a rafforzarsi attraverso i suoi effetti e a diventare sempre più resistente al cambiamento. Questo può accadere per una serie di ragioni, come l'accumulo di risorse, l'apprendimento e l'adattamento degli attori o la creazione di nuove aspettative e norme comportamentali.
Allo stesso modo, il feedback positivo è un processo in cui gli effetti di un'azione o di una decisione aumentano l'entità o la probabilità di eventi futuri simili. In un sistema politico, ad esempio, una politica che favorisce un certo gruppo può rafforzare il potere di quel gruppo e aumentare la probabilità che esso sostenga politiche simili in futuro.
Questi concetti sono centrali nell'approccio del neoistituzionalismo storico alla scienza politica, che enfatizza il ruolo delle istituzioni e dei processi storici nella formazione dei risultati politici.
Effetto lock-in[modifier | modifier le wikicode]
L'effetto lock-in è un concetto derivato dall'approccio della path dependence nelle scienze sociali. Si riferisce a una situazione in cui, una volta imboccata una certa strada o traiettoria, diventa sempre più difficile tornare indietro o scegliere un'alternativa. Ciò è dovuto ai costi crescenti associati al cambiamento di traiettoria o all'abbandono del percorso attuale, come il costo dell'abbandono degli investimenti precedenti, il costo della formazione in nuove pratiche o tecnologie, o il costo della resistenza da parte degli attori che beneficiano dello status quo. Ad esempio, nel campo della tecnologia, il concetto di lock-in è spesso utilizzato per spiegare perché una particolare tecnologia diventa dominante, anche se altre tecnologie possono essere tecnicamente superiori. Una volta conquistata una certa quota di mercato, una tecnologia può beneficiare di un effetto di rete che rafforza la sua posizione e rende difficile il passaggio a una tecnologia concorrente.
Nel contesto politico o istituzionale, il lock-in può riferirsi al modo in cui le decisioni o le politiche precedenti rendono difficile cambiare un certo status quo, anche se questo status quo è considerato subottimale. Ciò può essere dovuto all'accumulo di risorse e potere da parte dei beneficiari della situazione attuale, all'emergere di norme e comportamenti che rafforzano lo status quo, o alla resistenza degli attori che temono di perdere se si cambia.
Anche tornare in carreggiata con questa scelta, con questo percorso scelto, è molto difficile. Questa idea è centrale nel concetto di dipendenza dal percorso delle scienze sociali. Una volta scelto un certo percorso in un sistema sociale, politico o economico, diventa sempre più difficile modificarlo o cambiarlo. Gli individui e le organizzazioni si adattano al percorso scelto, investendo tempo, denaro e risorse per conformarsi ad esso. Sviluppano abitudini, competenze e aspettative allineate a questa traiettoria. Questo processo rafforza la traiettoria attuale e rende il cambiamento sempre più costoso e difficile. Gli individui e le organizzazioni sono sempre più restii ad abbandonare la traiettoria attuale, perché hanno investito molte risorse per conformarsi ad essa e perché prevedono i costi elevati del cambiamento. Questo fenomeno è noto come effetto lock-in. Inoltre, le stesse istituzioni possono rafforzare il percorso scelto mettendo in atto norme e regolamenti che incoraggiano la conformità e scoraggiano il cambiamento. Si crea così un circolo vizioso che rafforza ulteriormente la traiettoria attuale e rende il cambiamento ancora più difficile. Ecco perché, in molti casi, le scelte iniziali - anche se contingenti o basate su informazioni imperfette - possono avere conseguenze a lungo termine difficilmente reversibili sulla traiettoria di una società, di un'economia o di un sistema politico.
Stickiness[modifier | modifier le wikicode]
Nel contesto storico-istituzionale, il termine "vischiosità" si riferisce al modo in cui le istituzioni tendono a resistere al cambiamento, anche di fronte a nuove condizioni o sfide. Le istituzioni possono essere "appiccicose" o "persistenti", nel senso che tendono a durare nel tempo e le strutture e le pratiche che mettono in atto possono avere un impatto duraturo sulla società e continuare a influenzare gli sviluppi futuri. Ciò non significa necessariamente che le istituzioni siano immutabili o incapaci di cambiare. Al contrario, le istituzioni possono cambiare nel tempo e spesso lo fanno. Tuttavia, questo processo di cambiamento può essere lento, complesso e non lineare e le istituzioni possono spesso mantenere elementi della loro forma e funzione passata, anche se si adattano a nuove condizioni. Questo è ciò che si intende con il termine "vischiosità".
Questa è una delle idee centrali dell'istituzionalismo storico. Le istituzioni hanno un'inerzia propria che permette loro di resistere al cambiamento, anche di fronte a cambiamenti nelle preferenze degli attori o negli equilibri di potere tra di loro. Questo può accadere per diverse ragioni:
- Costi di transizione: modificare un'istituzione esistente o crearne una nuova può comportare costi significativi, sia in termini di risorse materiali che di tempo. Questi costi possono dissuadere gli stakeholder dal cercare di cambiare l'istituzione, anche se altrimenti vorrebbero farlo.
- Abitudini e aspettative: Gli stakeholder si sono spesso abituati a un'istituzione esistente e hanno sviluppato le loro strategie intorno ad essa. Il cambiamento può sconvolgere queste strategie e creare incertezza, il che può anche dissuadere gli stakeholder dal cercare di cambiare l'istituzione.
- Effetti di lock-in e path dependency: una volta che un'istituzione è in vigore, può creare dinamiche che rendono più probabile la sua esistenza in futuro. Per esempio, un'istituzione può creare interessi materiali che incoraggiano alcuni attori a difenderla, oppure può plasmare credenze e valori in modo tale che le persone la considerino legittima o naturale.
È per queste ragioni che le istituzioni possono resistere al cambiamento, anche di fronte a cambiamenti negli interessi degli attori o negli equilibri di potere.
Il concetto di "path dependence" nell'istituzionalismo storico sostiene l'idea che, anche se le condizioni che hanno portato inizialmente alla creazione di un'istituzione cambiano, l'istituzione stessa può persistere.
Il concetto di "path dependence" è fondamentale nell'istituzionalismo storico per spiegare perché le società possono seguire traiettorie storiche stabili per lunghi periodi di tempo, anche in assenza delle condizioni originarie che hanno portato all'instaurazione di tali traiettorie. Ci sono diverse ragioni per cui una società può avere difficoltà a cambiare la propria traiettoria:
- Effetti soglia: una volta che una certa istituzione o un insieme di pratiche raggiunge un certo livello di prevalenza, può diventare "auto-rinforzante" o "auto-stabilizzante". Ad esempio, una volta che una certa tecnologia o norma sociale diventa ampiamente adottata, può diventare difficile da cambiare semplicemente perché così tante persone la usano e ne dipendono.
- Isteresi: è il fenomeno per cui la storia di un sistema influisce sul suo stato attuale, anche se le condizioni iniziali sono cambiate. Ad esempio, i regimi politici o economici del passato possono continuare a influenzare la cultura politica o economica anche dopo la loro scomparsa.
- Rendimento crescente: È il fenomeno per cui più un'istituzione o una pratica viene utilizzata, più diventa vantaggiosa da usare. Questo può creare un "circuito di feedback positivo" che rafforza e stabilizza l'istituzione o la pratica.
L'istituzionalismo storico, con il suo concetto di "dipendenza dal percorso", evidenzia l'inerzia insita nelle istituzioni politiche e sociali. Le scelte fatte in passato hanno un'influenza decisiva sulle traiettorie future di una società. Le istituzioni esistenti creano un quadro strutturale per l'azione, che guida il comportamento individuale e collettivo. Queste strutture tendono a perpetuarsi nel tempo, anche di fronte a nuove sfide o opportunità. Ciò è dovuto in parte al fatto che le istituzioni sono spesso costruite per essere durevoli e resistenti, e in parte al fatto che sono inserite in sistemi più ampi di norme, valori e pratiche che si rafforzano a vicenda. Inoltre, una volta intrapreso un certo percorso istituzionale, può essere molto costoso, difficile o politicamente inaccettabile cambiare rotta. Questo "costo di uscita" può includere non solo costi finanziari, ma anche costi sociali, come l'interruzione di relazioni consolidate, la perdita di legittimità o la resistenza da parte di coloro che beneficiano dello status quo. Ciò significa che le società possono incontrare notevoli difficoltà nel cambiare radicalmente la propria traiettoria. È una realtà che le politiche pubbliche e gli sforzi di riforma devono tenere in considerazione.
Un chiaro esempio di come le istituzioni strutturino i risultati socio-economici è dato dalla Svezia e dagli Stati Uniti, che hanno tradizioni istituzionali molto diverse per quanto riguarda il mercato del lavoro. In Svezia, l'istituzionalizzazione del mercato del lavoro è fortemente influenzata dal modello nordico, noto anche come modello socialdemocratico. Questo modello è caratterizzato da un alto livello di protezione sociale, da un forte coinvolgimento dei sindacati, da un'ampia regolamentazione del mercato del lavoro e da una significativa redistribuzione attraverso il sistema fiscale e le prestazioni sociali. Queste istituzioni contribuiscono a limitare le disuguaglianze e a fornire un certo grado di sicurezza economica ai lavoratori. Negli Stati Uniti, invece, il mercato del lavoro è più liberale, con una minore regolamentazione e un livello inferiore di protezione sociale. I sindacati hanno meno influenza e c'è una minore ridistribuzione attraverso il sistema fiscale e le prestazioni sociali. Di conseguenza, le disuguaglianze sono più elevate e il rischio economico è maggiormente a carico degli individui. Queste differenze istituzionali sono profondamente radicate nella storia e nella cultura di ciascun Paese e illustrano l'idea di "dipendenza dal percorso": le scelte di politica economica e sociale del passato hanno creato traiettorie distinte che continuano a influenzare i risultati attuali.
Le istituzioni non possono essere semplicemente trapiantate da un Paese all'altro, poiché sono radicate in specifici contesti culturali, sociali, economici e storici. Ogni Paese ha una propria dipendenza dal percorso, che è il risultato di decisioni ed esperienze passate. Queste esperienze plasmano le aspettative, le norme e i valori che sono alla base delle sue istituzioni.
Gli Stati Uniti e la Svezia hanno valori e norme sociali molto diversi, nonché storie politiche ed economiche differenti, che hanno portato all'adozione di modelli istituzionali molto diversi. I cittadini di ciascun Paese hanno aspettative diverse in termini di ruolo dello Stato, solidarietà sociale, regolamentazione del mercato del lavoro e così via. Queste aspettative sono radicate nella storia e nella cultura del Paese e influenzano le politiche politicamente sostenibili e socialmente accettabili.
Il tentativo di trapiantare le istituzioni da un contesto all'altro senza tenere conto di queste differenze potrebbe portare a risultati inaspettati o indesiderati. Ad esempio, l'introduzione di un'ampia protezione sociale di tipo svedese negli Stati Uniti potrebbe incontrare resistenze politiche e sociali, data la tradizionale enfasi sull'autonomia individuale, la responsabilità personale e il libero mercato. Per ridurre le disuguaglianze, è necessario prendere in considerazione le specificità di ciascun Paese e cercare di adattare e migliorare le istituzioni esistenti per riflettere tali specificità. Ciò potrebbe comportare, ad esempio, il rafforzamento della protezione dei lavoratori, la promozione dell'apprendimento permanente o la riforma del sistema fiscale per renderlo più progressivo. Tuttavia, è fondamentale capire che il cambiamento istituzionale è spesso un processo lento e complesso, che richiede consenso sociale e politico.
I momenti di creazione istituzionale sono spesso punti critici di svolta nella storia di un Paese o di un'organizzazione. Questi momenti rappresentano scelte iniziali che, una volta fatte, possono avere effetti duraturi e profondi, guidando lo sviluppo futuro lungo un percorso specifico. Le istituzioni create in questi momenti cruciali possono creare quella che i ricercatori chiamano "dipendenza dal percorso", un fenomeno per cui le scelte iniziali influenzano fortemente le opzioni e le opportunità disponibili in futuro. Questa dipendenza dal percorso può rendere molto difficile cambiare rotta o adottare nuove istituzioni o politiche, anche quando le circostanze sono cambiate. Per questo motivo è fondamentale comprendere questi momenti di costruzione delle istituzioni e il modo in cui essi modellano le traiettorie future. Questo può aiutare a spiegare perché alcuni Paesi o organizzazioni prendono una determinata direzione, perché è così difficile cambiare direzione e come le istituzioni possono essere progettate o riformate per rispondere meglio alle sfide contemporanee.
Critical juncture[modifier | modifier le wikicode]
Nella teoria istituzionalista, i "nodi critici" sono quei momenti decisionali chiave in cui si compiono scelte significative che determinano la direzione di una traiettoria istituzionale. Queste scelte iniziali possono avere effetti duraturi e potenti sullo sviluppo istituzionale. In altre parole, una congiuntura critica è un periodo di cambiamento significativo in cui le decisioni prese hanno conseguenze di vasta portata e durature sul corso degli eventi. Si tratta di momenti di grande fluidità in cui si possono attuare cambiamenti istituzionali che si discostano da ciò che esisteva in precedenza. Queste "congiunture critiche" possono essere innescate da una varietà di fattori, come crisi economiche, guerre, rivoluzioni, cambiamenti politici significativi o altri eventi importanti. Le decisioni prese in questi periodi hanno spesso un impatto a lungo termine, plasmando la direzione della politica, dell'economia e della società per anni o addirittura decenni a venire.
Le congiunture critiche sono spesso innescate da crisi o eventi importanti che sconvolgono l'ordine esistente e creano opportunità per un cambiamento istituzionale significativo. Queste crisi possono includere eventi come guerre, rivoluzioni, crisi economiche o politiche, disastri naturali e così via. In questi momenti, le strutture istituzionali esistenti possono essere messe in discussione, modificate o addirittura smantellate. Allo stesso tempo, possono essere create nuove istituzioni per affrontare le sfide poste dalla crisi. In questo modo, le congiunture critiche possono segnare l'inizio di nuove traiettorie di sviluppo istituzionale. È inoltre importante notare che, mentre questi momenti di crisi sono spesso associati a cambiamenti significativi, la direzione specifica di questi cambiamenti è spesso determinata da una serie di fattori, tra cui gli interessi e i valori degli attori chiave, la natura della crisi stessa e le condizioni socio-economiche e politiche esistenti.
La crisi finanziaria del 2008 ha portato molti ricercatori e scienziati politici a chiedersi se avrebbe segnato un punto critico nell'economia globale. La crisi ha rivelato molti difetti del sistema finanziario globale e ha evidenziato la necessità di una regolamentazione più severa e di una migliore supervisione dei mercati finanziari. In alcuni casi, si sono verificati cambiamenti significativi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la crisi finanziaria ha portato all'approvazione del Dodd-Frank Act nel 2010, che ha introdotto importanti riforme normative nel settore finanziario. A livello internazionale, la crisi ha portato anche a un rafforzamento del ruolo del G20 come forum per la cooperazione economica internazionale. Ciò ha comportato sforzi per migliorare la regolamentazione finanziaria globale e promuovere una crescita economica più stabile e sostenibile. Tuttavia, molti ricercatori e commentatori hanno notato che, nonostante questi cambiamenti, molti aspetti fondamentali del sistema finanziario globale sono rimasti sostanzialmente invariati. Ciò può essere dovuto alla resistenza degli attori economici e politici esistenti, alla complessità del sistema finanziario globale e alla mancanza di consenso su soluzioni alternative. Pertanto, sebbene la crisi finanziaria del 2008 abbia portato ad alcuni cambiamenti, resta da vedere se essa segni un vero e proprio "punto critico" nell'evoluzione dell'economia globale.
Eventi importanti come guerre, rivoluzioni o cambiamenti politici massicci possono creare "giunzioni critiche" o punti di svolta che trasformano radicalmente le traiettorie storiche e istituzionali dei Paesi. Ad esempio, dopo la Seconda guerra mondiale, la Germania ha subito una profonda revisione del suo sistema politico ed economico, passando da un regime totalitario a una democrazia liberale con un'economia di mercato. Questo ha avuto un impatto duraturo sullo sviluppo della Germania nei decenni successivi. Analogamente, la Primavera araba, iniziata nel 2010, ha portato a significativi cambiamenti politici in molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. In alcuni Paesi, come la Tunisia, questo ha portato a una transizione verso una democrazia più aperta, mentre in altri, come la Siria e la Libia, ha portato a conflitti e instabilità prolungati. Queste "congiunture critiche" sono spesso periodi di intenso cambiamento e incertezza, ma possono anche offrire opportunità di riforma istituzionale e cambiamento sociale. Tuttavia, come sottolinea l'approccio storico-istituzionalista, gli esiti di questi momenti formativi sono fortemente influenzati dalle istituzioni esistenti e dalle traiettorie storiche, e spesso possono avere conseguenze impreviste e durature.
L'istituzionalismo storico sfida gli approcci che cercano di spiegare i fenomeni sociali e politici sulla base di relazioni costanti tra variabili indipendenti e dipendenti, spesso misurate con l'analisi di regressione. In questo tipo di approccio, si presume generalmente che la relazione tra due variabili (ad esempio, il livello di istruzione e il reddito, o il livello di democrazia e lo sviluppo economico) sia costante in diversi contesti e periodi di tempo. Tuttavia, gli istituzionalisti storici sostengono che questi approcci spesso trascurano l'importanza del contesto storico e istituzionale in cui queste relazioni si verificano. Essi sostengono che le relazioni tra le variabili possono essere fortemente influenzate da fattori contestuali, come le istituzioni esistenti, le norme culturali e le traiettorie storiche. Ad esempio, il legame tra istruzione e reddito può variare notevolmente a seconda del sistema educativo, del mercato del lavoro e delle politiche sociali di un Paese. Allo stesso modo, il legame tra democrazia e sviluppo economico può essere influenzato da molti fattori storici e istituzionali, come le eredità coloniali, i regimi politici, le risorse naturali e i conflitti interni. Sottolineando il ruolo del contesto storico e istituzionale, l'istituzionalismo storico cerca di fornire un'analisi più sfumata e ricca dei fenomeni sociali e politici.
Gli istituzionalisti storici sostengono che il contesto istituzionale di un Paese - le sue regole, i suoi regolamenti, le sue norme e le sue strutture - può influenzare fortemente il suo corso storico e i suoi risultati socio-politici. Le istituzioni possono definire incentivi, vincoli e opportunità per gli attori, influenzandone il comportamento e le scelte. Per questo motivo gli istituzionalisti storici sono spesso scettici riguardo ai tentativi di generalizzare le relazioni causali tra le variabili in diversi contesti istituzionali. Essi sostengono che ciò che funziona in un contesto istituzionale può non funzionare in un altro. Di conseguenza, sostengono un approccio più contestuale e storicamente sensibile, che tenga conto delle specificità istituzionali di ciascun Paese o gruppo di Paesi. Ciò può comportare studi approfonditi di casi, confronti storici e analisi di come le istituzioni e le traiettorie storiche possano influenzare i risultati sociali e politici. Da questo punto di vista, l'analisi della path dependence, dei punti critici, degli effetti di lock-in e della vischiosità istituzionale sono concetti chiave per comprendere le dinamiche di cambiamento e continuità nella vita politica e sociale.
In un Paese con forti istituzioni del mercato del lavoro che tutelano i lavoratori (come alcuni Paesi dell'Europa occidentale), i datori di lavoro potrebbero trovare più difficile aumentare l'orario di lavoro in risposta alla pressione della concorrenza internazionale. Sindacati, contratti collettivi e regolamenti del lavoro potrebbero limitare la loro capacità di farlo. D'altro canto, in un Paese con istituzioni del mercato del lavoro più flessibili e minori tutele per i lavoratori (come gli Stati Uniti), i datori di lavoro potrebbero avere maggiori possibilità di aumentare l'orario di lavoro in risposta alla stessa pressione della concorrenza internazionale. In entrambi i casi, le istituzioni del mercato del lavoro influenzano il modo in cui gli attori economici locali rispondono alla globalizzazione. Non è solo una questione di costi economici e competitività, ma anche di norme, regolamenti e strutture istituzionali.
I sindacati, in quanto istituzioni, possono svolgere un ruolo chiave nel determinare l'impatto della globalizzazione sulle condizioni di lavoro. Nei Paesi in cui i sindacati sono forti e influenti, possono essere in grado di resistere alle crescenti pressioni per l'allungamento dell'orario di lavoro, anche a fronte di una maggiore concorrenza internazionale. Possono negoziare condizioni migliori per i lavoratori, compresi limiti all'orario di lavoro. Al contrario, nei Paesi in cui i sindacati sono deboli o hanno un'influenza limitata, possono essere meno in grado di resistere a queste pressioni. Di conseguenza, è più probabile che i lavoratori di questi Paesi vedano aumentare l'orario di lavoro con l'intensificarsi della globalizzazione economica. Questo dimostra l'importanza dell'istituzionalismo storico, che si concentra sull'analisi di istituzioni come i sindacati e su come queste influenzino le risposte a sfide come la globalizzazione economica.
Le relazioni economiche, come quella tra investimenti diretti esteri (IDE) e orario di lavoro, non sono uniformi nel tempo e nello spazio. Sono fortemente influenzate dal contesto istituzionale specifico di un Paese in un determinato momento. Ad esempio, un Paese con un sistema di relazioni sindacali altamente regolamentato e sindacati forti può essere in grado di resistere a un aumento dell'orario di lavoro nonostante un incremento degli IDE. In questo contesto, le istituzioni agiscono da moderatore nella relazione tra IDE e orario di lavoro. D'altro canto, in un Paese con sindacati deboli e un mercato del lavoro meno regolamentato, un aumento degli IDE potrebbe portare a un aumento dell'orario di lavoro. Le istituzioni (o la loro mancanza) in questo contesto potrebbero non offrire lo stesso livello di protezione ai lavoratori. Questo è un esempio perfetto di come il contesto istituzionale specifico di un Paese possa influenzare i risultati economici e sociali.
Critica del principio esplicativo delle cause costanti[modifier | modifier le wikicode]
La critica all'approccio delle "cause costanti" da parte degli istituzionalisti storici è legata alla considerazione del contesto. Il pensiero storico-istituzionalista sostiene che le spiegazioni generali che si applicano uniformemente a tutti i contesti possono perdere importanti sfumature. Per l'istituzionalismo storico, il contesto conta molto. Le istituzioni sono viste come plasmate dalla storia e a loro volta plasmano i comportamenti individuali e collettivi e le traiettorie di sviluppo all'interno di un Paese o di una regione. Di conseguenza, il contesto in cui un'istituzione si evolve è fondamentale per comprenderne il ruolo e l'impatto. Ad esempio, nel campo delle politiche pubbliche, una politica che funziona bene in un Paese può non funzionare allo stesso modo in un altro, semplicemente a causa delle differenze nel contesto istituzionale. Questo non significa che la ricerca di "cause costanti" non abbia valore. Al contrario, può aiutarci a identificare le tendenze generali e a sviluppare teorie. Ma gli storici istituzionali ci ricordano che dobbiamo anche prestare attenzione al contesto specifico e a come questo può influenzare i risultati.
Per Coser, la scienza sociale, "sulla base dell'illuminazione sostanziale... è in grado di fornire informazioni sulle strutture sociali in cui siamo immersi e che condizionano in larga misura il corso delle nostre vite".[9] Closer sottolinea qui l'importanza della sociologia e delle scienze sociali più in generale come strumenti per aiutarci a comprendere le strutture sociali che danno forma alle nostre vite. In altre parole, il valore delle scienze sociali risiede nella loro capacità di far luce sui sistemi e sulle strutture in cui viviamo e che influenzano notevolmente la nostra vita quotidiana.
Da questo punto di vista, le scienze sociali dovrebbero aiutarci a comprendere le istituzioni, le relazioni, le dinamiche di potere, le ideologie, le norme sociali e altri elementi chiave delle nostre società che influenzano il nostro comportamento, le opportunità e le esperienze di vita. La sociologia, ad esempio, può aiutarci a capire perché alcune persone o gruppi hanno più potere di altri, come le strutture sociali contribuiscono alla riproduzione della disuguaglianza o come le norme sociali influenzano il nostro comportamento. In definitiva, Coser suggerisce che la misura del successo delle scienze sociali dovrebbe essere la comprensione sostanziale che esse aggiungono alla nostra comprensione del mondo sociale. Ciò significa prestare costante attenzione all'analisi delle nostre strutture sociali e al modo in cui esse plasmano le nostre vite.
L'istituzionalismo storico, che analizza il modo in cui le istituzioni e la loro storia plasmano le traiettorie politiche ed economiche, utilizza concetti come "stratificazione istituzionale" e "conversione istituzionale" per spiegare come le istituzioni cambino e si trasformino nel tempo.
- Stratificazione istituzionale: questo termine è usato per descrivere il processo attraverso il quale nuove istituzioni o regole si aggiungono alle istituzioni esistenti senza necessariamente eliminare o sostituire quelle vecchie. Si tratta di un processo di cambiamento istituzionale più graduale e cumulativo. Ad esempio, in un sistema sanitario, l'introduzione di un nuovo sistema di assicurazione sanitaria pubblica non elimina necessariamente i fornitori privati di assistenza sanitaria esistenti, ma si aggiunge ad essi, creando un ulteriore strato di istituzioni.
- Conversione istituzionale: questo concetto si riferisce a un processo di cambiamento più radicale, in cui un'istituzione esistente viene trasformata in un'istituzione di natura molto diversa. Ciò può avvenire quando gli attori istituzionali reinterpretano o riallocano le risorse, i ruoli o le regole di un'istituzione per soddisfare nuove esigenze o opportunità. Ad esempio, un'organizzazione non governativa (ONG) inizialmente creata per fornire aiuti di emergenza potrebbe essere "convertita" in un'istituzione focalizzata sullo sviluppo a lungo termine.
Entrambi i concetti evidenziano i diversi modi in cui le istituzioni possono evolvere e cambiare in risposta a nuove esigenze, opportunità o sfide. Riconoscono che il cambiamento istituzionale non è sempre un processo di completa sostituzione di un'istituzione con un'altra, ma può spesso essere un processo più graduale e complesso di adattamento e trasformazione.
L'istituzionalismo storico distingue tra il cambiamento istituzionale e il ruolo delle istituzioni come variabile indipendente per spiegare i risultati politici e sociali. In questo approccio, le istituzioni non sono solo variabili indipendenti che influenzano il comportamento e i risultati, ma anche variabili dipendenti che sono a loro volta influenzate da una serie di fattori sociali, politici ed economici. Ciò significa che l'istituzionalismo storico si occupa non solo di come le istituzioni plasmino i comportamenti e i risultati, ma anche di come le istituzioni stesse cambino ed evolvano nel tempo.
Ad esempio, ci si potrebbe chiedere come una specifica istituzione, come un sistema di sicurezza sociale, si sia evoluta nel tempo in risposta ai cambiamenti dell'economia o della società. In questo caso si considererebbe l'istituzione come una variabile dipendente. D'altro canto, si potrebbe chiedere come lo stesso sistema di sicurezza sociale abbia influenzato il comportamento individuale o i risultati in termini di salute e benessere. In questo caso, l'istituzione sarebbe considerata una variabile indipendente.
Per quanto riguarda la stratificazione istituzionale e la conversione istituzionale, questi concetti sono utilizzati per spiegare i diversi modi in cui le istituzioni possono evolvere e cambiare. La stratificazione istituzionale si riferisce all'aggiunta di nuove istituzioni o regole alle istituzioni esistenti, mentre la conversione istituzionale si riferisce alla trasformazione di un'istituzione esistente in qualcosa di radicalmente diverso. Entrambi i concetti riconoscono quindi la possibilità e la realtà del cambiamento istituzionale.
L'istituzionalismo storico riconosce che le istituzioni non sono statiche, ma possono evolversi e cambiare nel tempo, spesso più gradualmente che radicalmente.
Nella stratificazione istituzionale, nuove iniziative o procedure si aggiungono all'istituzione esistente senza sostituirla completamente. Si tratta di un'evoluzione piuttosto che di una rivoluzione, in cui i cambiamenti vengono apportati gradualmente e parallelamente alle strutture esistenti. Nella conversione istituzionale, le istituzioni esistenti vengono riorientate verso nuove funzioni o obiettivi. Le strutture istituzionali rimangono, ma le loro funzioni cambiano, a volte in modo significativo. Anche la teoria dei gruppi di interesse è rilevante per l'istituzionalismo storico. Questa teoria evidenzia il ruolo dei conflitti tra diversi gruppi sociali ed economici nelle dinamiche politiche. Secondo questa teoria, i gruppi di interesse competono per risorse limitate e le istituzioni politiche sono spesso il luogo di queste lotte.
L'istituzionalismo storico, tuttavia, non si limita a considerare questi conflitti, ma si chiede anche come essi siano strutturati e modellati dalle istituzioni politiche esistenti. Inoltre, è interessato a come queste strutture istituzionali varino da Paese a Paese e nel tempo. Ciò riflette la sua attenzione sia al ruolo delle istituzioni come determinanti del comportamento politico, sia al modo in cui esse stesse vengono modellate e trasformate.
Appendici[modifier | modifier le wikicode]
- Path Dependence in Historical Sociology - James Mahoney; Theory and Society , Vol. 29, No. 4 (Aug., 2000) , pp. 507-548 - Published by: Springer; Article Stable URL: http://www.jstor.org/stable/3108585
- Rothstein, Bo. The Social Democratic State: The Swedish Model and the Beaureaucratic Problem of Social Reform. Pittsburgh, PA: U of Pittsburgh, 1995
Riferimenti[modifier | modifier le wikicode]
- ↑ Krasner, Stephen D. (ed). 1983. Regimi internazionali. Ithaca, NY: Cornell University Press.
- ↑ Institutions, Institutional Change and Economic Performance, Douglass North ed. Cambridge University Press, 1990, 159 pag.
- ↑ http://www.unesco.amu.edu.pl/pdf/olsen2.pdf
- ↑ CHRISTINA L. DAVIS - International Institutions and Issue Linkage: Building Support for Agricultural Trade Liberalization. American Political Science Review Vol. 98, No. 1 Febbraio 2004
- ↑ Rothstein, Bo. "Istituzioni del mercato del lavoro e forza della classe operaia". Structuring politics: Historical institutionalism in comparative analysis" (1992): 33-56.
- ↑ Sewell, "Three Temporalities", 262-263. Per gli studiosi che adottano sostanzialmente questa definizione, si veda Barbara Geddes, "Paradigms and Sand Castles in Comparative Politics of Developing Areas", in William Crotty, editor. Politic~al Sc~ienc~e: Looking to the Future, vol. 2 (Evanston, Ill.: Northwestern University Press 1991). 59; Isaac. "Transforming Localities", 7: Terry Lynn Karl, Tl~eParadox of'Plentj~: Oil Booin.\ and Petro- state^ (Berkeley: University of California Press, 1997), 11: Jill Quadagno e Stan J. Knapp. "I sociologi storici hanno abbandonato la teoria?: riflessioni sul rapporto storia-teoria". Sociologicirl Met11od.t irnd Rc~mrc,ll 20 (1992): 481--507; Somers. "Non siamo angeli". 768-769: Tilly. "Storia futura". 710.
- ↑ http://www.jstor.org/discover/10.2307/3108585?uid=3737760&uid=2&uid=4&sid=21105163650823
- ↑ Skocpol T, Pierson P. "Historical Institutionalism in Contemporary Political Science". In: Katznelson I, Milner HV Political Science: State of the Discipline. New York: W.W. Norton; 2002. pp. 693-721
- ↑ Coser, Lewis A. "Presidential Address: Two Methods in Search of a Substance". American Sociological Review, vol. 40, n. 6, 1975, pp. 691-700. JSTOR, https://doi.org/10.2307/2094174.