« Le basi strutturali del comportamento politico » : différence entre les versions

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L'idea del grado di pacificazione è importante perché ci sono alcuni autori che hanno ipotizzato che lo spazio lasciato per l'emergere e la mobilitazione di nuove scissioni, cioè scissioni che non sono una delle quattro scissioni tradizionali Rokkan, è inversamente proporzionale al grado di salienza della divisioni tradizionale. In altre parole, più salienti sono le divisioni tradizionali, meno spazio c'è per l'emergere e l'espressione politica di nuove divisioni. Più le divisioni tradizionali, in particolare quelle religiose e di classe, sono state pacificate attraverso procedure informali o istituzionali, più c'è spazio per la nascita di nuove scissioni. È così, ad esempio, che alcuni hanno spiegato perché i cosiddetti "nuovi movimenti sociali", che sono movimenti emersi dopo gli anni Settanta con la nuova sinistra, sono riusciti a mobilitarsi fortemente in alcuni Paesi più che in altri. L'idea è che siano stati in grado di mobilitarsi in paesi dove, appunto, le divisioni tradizionali sono state pacificate e quindi indebolite, e anche le identità politiche basate sulla scissione tradizionale sono state indebolite, lasciando più spazio a nuovi gruppi politici per catturare un elettorato e mobilitare gruppi e settori della società. Le nozioni di apertura e di pacificazione collegano la teoria macro-politica di Rokkan delle divisioni storiche a ciò che vogliamo spiegare, cioè il comportamento politico.
L'idea del grado di pacificazione è importante perché ci sono alcuni autori che hanno ipotizzato che lo spazio lasciato per l'emergere e la mobilitazione di nuove scissioni, cioè scissioni che non sono una delle quattro scissioni tradizionali Rokkan, è inversamente proporzionale al grado di salienza della divisioni tradizionale. In altre parole, più salienti sono le divisioni tradizionali, meno spazio c'è per l'emergere e l'espressione politica di nuove divisioni. Più le divisioni tradizionali, in particolare quelle religiose e di classe, sono state pacificate attraverso procedure informali o istituzionali, più c'è spazio per la nascita di nuove scissioni. È così, ad esempio, che alcuni hanno spiegato perché i cosiddetti "nuovi movimenti sociali", che sono movimenti emersi dopo gli anni Settanta con la nuova sinistra, sono riusciti a mobilitarsi fortemente in alcuni Paesi più che in altri. L'idea è che siano stati in grado di mobilitarsi in paesi dove, appunto, le divisioni tradizionali sono state pacificate e quindi indebolite, e anche le identità politiche basate sulla scissione tradizionale sono state indebolite, lasciando più spazio a nuovi gruppi politici per catturare un elettorato e mobilitare gruppi e settori della società. Le nozioni di apertura e di pacificazione collegano la teoria macro-politica di Rokkan delle divisioni storiche a ciò che vogliamo spiegare, cioè il comportamento politico.


=Impact des clivages sur le comportement politique=
=Impatto delle divisioni sul comportamento politico=
Par rapport à l’idée de savoir dans quelle mesure les clivages traditionnels soulignés par Rokkan et notamment les clivages religieux et de classe influencent les comportements politiques, il y a différents positons dans la littérature.  
In relazione all'idea della misura in cui le divisioni tradizionali evidenziate da Rokkan, in particolare quelle religiose e di classe, influenzano il comportamento politico, ci sono posizioni diverse nella letteratura.  


Une première position est celle de Bartolini et Mair qui est de dire que les clivages traditionnels continuent à influencer la politique, même si ce n’est pas nécessairement de la même manière. Nous verrons comment certains auteurs ont essayés de montrer de quelle manière le clivage de classe est toujours important aujourd’hui, montrant qu’en se transformant, il a pu garder une certaine importance en terme d’explication des comportements politiques qu’il n’aurait autrement pas eu.  
Una prima posizione è quella di Bartolini e Mair, cioè che le divisioni tradizionali continuano a influenzare la politica, anche se non necessariamente allo stesso modo. Vedremo come alcuni autori hanno cercato di mostrare come la divisione di classe sia ancora oggi importante, dimostrando che, trasformandosi, ha saputo mantenere una certa importanza in termini di spiegazione di comportamenti politici che altrimenti non avrebbe avuto.


La deuxième position dit que les divisions sociales structurent de moins en moins les choix électoraux individuels, ceci étant dû à la résolution des conflits sociaux représentés par les clivages traditionnels. Autrement dit, cela est dû à la pacification des clivages de classe traditionnel en Europe et grâce à la pacification des clivages religieux qui serait le résultat des processus de sécularisation. Il faut souligner que cette position ne met pas en avant l’émergence de nouveaux clivages. Autrement dit, ils admettent une position de désalignement où la volatilité électorale à savoir le passage de voix d’un secteur à l’autre ou d’un parti à l’autre devient de plus en plus importante et fréquent.  
La seconda posizione afferma che le divisioni sociali sono sempre meno strutturanti per le scelte elettorali individuali, questo è dovuto alla risoluzione dei conflitti sociali rappresentati dalle divisioni tradizionali. In altre parole, ciò è dovuto alla pacificazione delle divisioni di classe tradizionali in Europa e grazie alla pacificazione delle divisioni religiose che sarebbero il risultato di processi di secolarizzazione. Va sottolineato che questa posizione non indica la comparsa di nuove divisioni. In altre parole, ammettono una posizione di disallineamento in cui la volatilità elettorale, cioè il passaggio dei voti da un settore all'altro o da un partito all'altro, sta diventando sempre più importante e frequente.


La troisième position est que les clivages traditionnels s'affaiblissent, mais de nouveaux clivages émergents tels que le clivage entre orientation matérialiste et post-matérialiste ou alors le clivage entre les gagnants et les perdants de la mondialisation. Ces nouveaux clivages qui n’étaient pas conceptualisés par Rokkan et qui n’étaient même pas présent tout au fil de l’histoire européenne jusqu’à récemment ont en quelque sorte remplacés ou remplacent de plus en plus les clivages traditionnels et preuve en est l’émergence de nouveaux partis qui s’appuient sur de nouveaux mouvements sociaux sortant de l’axe principal de la ligne traditionnelle. Pour ceux qui s’inscrivent dans cette troisième position, cela prouve que les clivages traditionnels n’expliquent plus les comportements politiques et qu’il y a de nouveaux clivages qui les ont remplacés.  
La terza posizione è che le divisioni tradizionali si stanno indebolendo, ma ne stanno emergendo di nuove, come la divisione tra l'orientamento materialista e post-materialista o la scissione tra i vincitori e i perdenti della globalizzazione. Queste nuove scissioni, che non sono state concettualizzate da Rokkan e che fino a poco tempo fa non erano nemmeno presenti nella storia europea, hanno in qualche misura sostituito o stanno sostituendo sempre più le divisioni tradizionali, e la prova di ciò è l'emergere di nuovi partiti che si appoggiano a nuovi movimenti sociali al di fuori dell'asse principale della linea tradizionale. Per chi si trova in questa terza posizione, ciò dimostra che le divisioni tradizionali non spiegano più il comportamento politico e che ci sono nuove divisioni che le hanno sostituite.


=Le vote de classe=
=Le vote de classe=

Version du 11 mai 2020 à 21:58


La dimensione strutturale e quella culturale sono fortemente e intimamente legate, ma le affronteremo separatamente. Tuttavia, è difficile fare una distinzione chiara, questa distinzione è solo analitica.

Le basi strutturali del comportamento politico si riferiscono alla nozione di struttura che viene utilizzata in diverse discipline, in particolare in scienze politiche e psicologia, ma utilizzata con connotazioni talvolta diverse. Alcuni parlano di strutture come di un insieme di regole stabilite che definiscono e influenzano il comportamento. Altri parlano di strutture più semplicemente dicendo che gli aspetti strutturali riguardano principalmente gli aspetti istituzionali, cioè il ruolo delle istituzioni come struttura che fornisce un quadro di riferimento per l'azione politica in particolare. Altri parlano di struttura facendo riferimento alla composizione del sistema sociale, come il ruolo delle classi sociali. Più in generale, per quanto riguarda il concetto di struttura, vanno mantenuti tre aspetti principali, che sono :

  • la struttura si riferisce alle basi materiali dell'esistenza e alle basi oggettive;
  • c'è l'idea di una certa durata nel tempo, una struttura non è qualcosa che cambia a breve termine. Una struttura non è qualcosa che cambia a breve termine: si distingue tra elementi strutturali ed elementi ciclici che possono cambiare a breve termine;
  • la struttura o le strutture sono viste come qualcosa che influenza o può influenzare l'azione e in particolare l'azione politica, cioè il comportamento politico, il comportamento di voto, il comportamento non elettorale o il coinvolgimento nei movimenti sociali.

Vedremo quali sono le basi strutturali che, a lungo termine, possono influenzare il comportamento politico.

Le divisioni

Il concetto di divisione è utilizzato da diverse sotto-discipline della scienza politica ed è stato proposto da Stein Rokkan. Una scollatura è un termine che viene usato nel linguaggio quotidiano nei giornali e nei media, compresa la scollatura "sinistra-destra". In Svizzera si parla anche di una divisione tra la parte francofona e quella germanofona del Paese. Cercheremo di definire questo concetto che può aiutarci a comprendere l'idea di comportamento politico.

Da un punto di vista scientifico, la divisione è stata definita secondo due più una dimensione principale. La nozione di divisione così come formulata da Rokkan conteneva i primi due aspetti e altri autori hanno proposto una terza dimensione con la divisione politica. Inoltre, ci sono sinonimi usati nella scienza o nel linguaggio comune, chiamati anche "divisione" o "divisione sociale". La divisione è da intendersi come un elemento che cattura la dimensione strutturale e quindi influenza il comportamento:

  • base strutturale: la divisione sociale - è l'esistenza oggettiva di una divisione sociale, una frattura, un'opposizione di interessi. Spesso la nozione di divisione è stata paragonata all'idea di conflitto di interessi. Questa divisione può essere basata su diverse "linee di divisione" in termini di classe o etnia. In senso generale, può essere una divisione che separa due gruppi all'interno di una società. L'idea che ci sia una base strutturale o una componente sociale non è sufficiente. Un secondo componente è ancora necessario.
  • base identitaria: identità collettiva - questa componente può essere chiamata base culturale o quella che può essere chiamata anche base identitaria. Una divisione deve anche essere basata sull'esistenza di un'identità comune all'interno dei due gruppi opposti. Ci deve essere un senso di appartenenza in una divisione. C'è una dimensione soggettiva o culturale o addirittura identitaria in una divisione. Alcuni parlano di una componente soggettiva normativa che "si riferisce all'insieme dei valori e delle rappresentazioni simboliche che danno forma all'identità, agli atteggiamenti e agli attori sociali coinvolti". Ci deve essere una base strutturale, ma anche che i gruppi che si oppongono a questa divisione debbano potersi identificare con il gruppo in questione. Per Rokkan, questi sono i due elementi che segnano una divisione.
  • base organizzativa: la politicizzazione - per altri, per parlare di divisione politica, la divisione deve essere politicizzata, deve essere politicizzata da certe organizzazioni che possono essere partiti politici ma possono essere altri tipi di organizzazione con partiti politici, gruppi d'interesse che non entrano nel gioco della competizione elettorale ma difendono certi interessi che sono fortemente legati all'appartenenza ad un gruppo in una divisione. Possiamo passare da un livello istituzionalizzato con i partiti politici o i gruppi di interesse, e infine l'organizzazione di movimenti ancora più esterni al sistema.

Ci sono questi tre tipi di organizzazione che costituiscono la base organizzativa che contribuiscono alla politicizzazione di un divario politico, sociale e culturale. Così, per la base organizzativa, "la componente organizzativa politica implica l'organizzazione della divisione sociale da parte di istituzioni o organizzazioni come partiti politici, sindacati, gruppi di interesse o associazioni, movimenti sociali, ecc. ». Una divisione politica esiste nella misura in cui queste tre dimensioni sono presenti allo stesso tempo. In altre parole, se ci sono le prime due dimensioni, si può parlare di divisione sociale, ma questa divisione rimane latente ed è solo un potenziale o un potenziale di mobilitazione. Quando si parla di "mobilitazione", in genere si parla di mobilitazione elettorale e non elettorale. Solo quando c'è la base organizzativa è possibile parlare di divisione politica. Rokkan e Lipset hanno sintetizzato le scissioni in una teoria di divisione. Per quanto riguarda la politicizzazione, è opportuno citare nel loro libro l'opera di Bartolini e Mair Identity, Competition, and Electoral Availability pubblicato nel 2010 che ha sottolineato la necessità di una politicizzazione del divario.[8]

Rokkan ha proposto una teoria per spiegare perché, a seguito dell'emergere dei partiti politici in Europa, cioè della formazione di sistemi politici in Europa, alcuni elettori votano per alcuni partiti e non per altri. In altre parole, ha formulato una teoria delle basi sociali e strutturali del comportamento elettorale in particolare, ma che può essere applicata anche nelle teorie sui movimenti sociali. Una delle teorie sul comportamento di voto, ovvero il modello sociologico della Columbia School, è implicitamente o addirittura in gran parte basata sulla teoria delle divisione.

Le divisione tradizionali

Rokkan ha formulato una teoria della formazione dei partiti basata su due processi principali. L'idea di fondo è che la società sta cambiando, che la società europea è cambiata soprattutto a partire dal XV e XVI secolo, ci sono state diverse trasformazioni e in particolare due grandi trasformazioni che egli chiama la "rivoluzione nazionale" da un lato e la "rivoluzione industriale" dall'altro. Si parla anche di un "processo di modernizzazione politica" e d'altra parte di un "processo di modernizzazione economica e sociale".

Comportement politique clivages traditionnels 1.png

La rivoluzione nazionale consiste in due sotto-processi che sono la formazione dello Stato-nazione che ancora oggi, nonostante la globalizzazione, i cambiamenti producono e strutturano in gran parte i risultati politici a livello mondiale. Quindi, da un lato, il processo di formazione dello Stato-nazione è un processo di centralizzazione e secolarizzazione dello Stato, e dall'altro, il processo di democratizzazione con la nascita del concetto di cittadinanza. La modernizzazione potrebbe essere ridotta a questi due processi. D'altra parte, la modernizzazione economica e sociale avviene con l'avvento del capitalismo e della rivoluzione industriale.

Questi due grandi processi hanno dato origine alla teoria di Rokkan delle quattro grandi divisioni che sono le grandi divisioni in Europa dal XVI secolo in poi, che sono state responsabili della formazione e che spiegano in gran parte la formazione dei diversi partiti, in altre parole, spiegano l'offerta politica, almeno come era presente al tempo in cui Rokkan scriveva. In generale, il lavoro scientifico deve essere collocato nel momento storico. Rokkan scriveva negli anni '60. Queste quattro divisioni, queste quattro fratture sono le scissioni tradizionali, cioè la divisione centro-periferia, la divisione stato-chiesa, la divisione città-campagna e la divisione di classe tra la borghesia e il proletariato. Per Rokkan le due scissioni sono scissioni culturali; sul diagramma si vede l'intreccio tra la dimensione strutturale e la dimensione culturale.

La divisione centro-periferia è la divisione che rappresenta il conflitto tra la cultura o le culture centralizzanti che è stata quella della formazione dello stato-nazione. La formazione dello Stato-nazione era l'idea di accentrare in una sfera di potere un sistema molto più frammentato sotto il vecchio regime. In altre parole, si tratta di un conflitto centralistico di formazione dello Stato e della crescente resistenza di popolazioni etnicamente, linguisticamente o religiosamente distinte. La religione gioca un ruolo molto importante in questa prima divisione. Questa divisioni, come ogni divisione, si basava sulle questioni principali, che erano in particolare quelle religiose del controllo della religione o del linguaggio.

La divisione religiosa ha portato alla nascita di partiti cattolici in particolare. Si parla anche di una divisione tra lo Stato e la Chiesa in un processo di modernizzazione, ma in un momento storico un po' più tardo. Secondo Rokkan, ogni divisione precede l'altra nel tempo. La posta in gioco è il controllo dell'istruzione pubblica. Lo Stato, a un certo punto della sua creazione, ha voluto prendere il controllo dell'educazione dei bambini. Con l'educazione nazionale, siamo in un'educazione che non è un'educazione religiosa. Ovviamente la Chiesa, che in quel momento storico controllava l'educazione, si opponeva a questa perdita di potere.

Le divisioni urbano-rurali e borghesi-proletarie sono divisioni che un tempo si basavano su diversi modi di produzione. La divisione città - campagna è il conflitto tra gli interessi della terra e gli interessi della classe dirigente che era la borghesia. È questa opposizione che ha caratterizzato gran parte della storia europea. D'altra parte, la divisione di classe è l'opposizione tra la borghesia e il proletariato, che si opponeva a queste due classi sociali, cioè i proprietari, i mezzi di produzione e il capitale.

Ogni divisione corrisponde a quello che Rokkan ha definito un "snodo critico" che rappresenta una sorta di inizio di politicizzazione della scissione. È grazie alla politicizzazione di queste quattro divisioni che si sono succedute nella storia europea che possiamo spiegare in questa prospettiva la strutturazione dei sistemi politici e quindi l'offerta politica che esiste oggi. L'offerta è importante perché è legata alla domanda politica. Ci sono conflitti tra gruppi sociali con interessi diversi.

Questa è l'idea fondamentale di Rokkan e quindi l'idea del sistema dei partiti che è in gran parte determinata da questa divisione sociale. C'è un importante elemento aggiuntivo per lo studio dei comportamenti politici che è l'idea di soglia che abbiamo dovuto attraversare la storia europea. Secondo Rokkan, per capire come un conflitto sociale o socio-economico, una divisione con queste prime due dimensioni sociali, si trasforma in un'opposizione tra le parti, è necessario studiare le condizioni per l'espressione della mobilitazione. È anche necessario comprendere la rappresentazione degli interessi in ogni società che è la rappresentazione politica della divisione. E quindi è necessario comprendere, ad esempio, come possono agire le tradizioni del processo decisionale in un processo politico. Esistono sistemi che si basano principalmente sull'idea della consultazione o della negoziazione tra i diversi gruppi che si oppongono in questa divisione, come ad esempio in Svizzera con l'idea della "pace del lavoro". Ci sono altre divisioni, tradizioni e paesi che sono in una prospettiva dirigistica. È anche necessario capire, studiare e conoscere i canali che esistono o l'espressione della mobilitazione e della protesta. È anche necessario comprendere le opportunità di beneficio ma anche i costi delle alleanze, cioè i costi e le condizioni per la creazione di alleanze politiche. È anche necessario comprendere le possibilità e le implicazioni del dominio maggioritario nei sistemi politici, cioè quali sono le possibilità di ottenere il potere.

Impatto delle divisione sul sistema delle parti

Tutte queste condizioni suggeriscono una sequenza di soglie dal punto di vista di Rokkan, nel percorso da intraprendere e che ogni movimento deve continuare e muoversi verso un nuovo sistema di domanda in un sistema politico. Queste soglie rappresentano e spiegano quali sono gli impatti delle scissioni sui sistemi di partito. Ci sono quattro soglie che portano alla piena integrazione:

  • legittimazione: questa soglia si riferisce a mobilitazioni accettate da altre forze politiche del sistema. È una soglia debole di integrazione o che deve essere superata per essere una forza politica pienamente integrata. Ad un certo punto emergono nuovi movimenti e quindi questi movimenti devono prima essere considerati come interlocutori legittimi o rappresentanti di determinati gruppi di interesse. La questione è fino a che punto un gruppo che fa parte di una divisione socio-culturale riesce ad acquisire potere in varia misura. Date e soglie possono essere viste come soglie attraverso le quali deve passare una divisione per passare dalla dimensione sociale e culturale a quella politica;
  • incorporazione: si tratta di partecipazione al processo politico allo stesso livello degli avversari. La soglia di incorporazione decide quali gruppi, quali movimenti all'interno della società hanno il diritto di partecipare alle mobilitazioni nel processo politico;
  • rappresentanza: queste sono le condizioni di accesso alle istituzioni rappresentative, cioè al Parlamento. La soglia di rappresentanza determina come un gruppo o un movimento può avere accesso alle istituzioni rappresentative. Dipende da tutta una serie di condizioni, ovvero dal sistema elettorale o dalle condizioni per la creazione di alleanze;
  • maggioranza: è il potere di apportare modifiche al sistema. Questa soglia determina le procedure istituzionali con cui un partito, un'alleanza può ottenere il potere di apportare modifiche strutturali al sistema. In altre parole, è la soglia per far parte di un governo.

Secondo Rokkan, è attraverso queste quattro fasi che un divario oggettivo e identitario nella società può diventare politicizzato, organizzato e potenziato.

La teoria di Rokkan e Lipset sul sistema dei partiti nei sistemi di partito e negli allineamenti degli elettori: la prospettiva transnazionale pubblicata nel 1967 è l'idea che il superamento di queste quattro soglie influenza il mercato elettorale condizionando i criteri di accesso al mercato elettorale. In particolare, c'è l'idea che chi viene per primo detta le regole. Ecco perché c'è l'idea del cumulo con l'idea che coloro che per primi sono legittimati e incorporati nel sistema, rappresentati, o addirittura acquisiscono il potere esecutivo possono dettare le regole del gioco e quindi dettare le condizioni di accesso per nuovi partiti o organizzazioni politiche. D'altra parte, c'è l'idea che chi entra per primo crei e forgi identità politiche. Cioè, storicamente, i primi partiti che hanno superato queste soglie, per un motivo o per l'altro, hanno poi mobilitato un elettorato e attraverso la mobilitazione di questo elettorato hanno creato identità politiche. Una volta create queste identità politiche, secondo Lipset e Rokkan, questo sistema politico è in qualche modo congelato, cioè diventa difficile cambiare queste identità e quindi diventa molto difficile cambiare la configurazione dei sistemi di partito. Negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, il sistema dei partiti rifletteva in gran parte la configurazione delle divisioni sociali così come era stato fatto al tempo della Rivoluzione russa degli anni Dieci e Venti. Oggi, nel 2015, molto è cambiato. C'è stato un processo noto come "globalizzazione" che ha probabilmente confuso le acque con l'emergere di nuovi partiti.

C'è una teoria importante che sottolinea il ruolo delle divisioni e delle fratture sociali per spiegare sia la configurazione dell'offerta politica, cioè dei sistemi di partito, ma anche per spiegare in particolare il comportamento di voto. Questa teoria, che si concentra sulle divisioni e sulla loro politicizzazione attraverso diverse soglie, sottolinea anche il fatto che queste forze politiche, che sono state precursori, sono state in grado di creare identità politiche altamente esplicative, in particolare del comportamento di voto. Con il modello del Michigan, noto come modello psicologico o "modello di identificazione partigiano", per spiegare il comportamento di voto, anche se questi teorici non lo collegano esplicitamente alla teoria delle divisioni di Rokkan, sottolineano l'idea che c'è un elettorato che si identifica fortemente con un'organizzazione o un partito che può spiegare perché la gente vota per questo o quel partito.

Potenziale di mobilizzazione della divisione

Non tutte le divisioni influenzano il comportamento politico allo stesso modo. In altre parole, il potenziale per mobilitare le divisioni varia. Al di là di ogni considerazione sulla scissione storica, attuale e attuale, alcune di queste divisioni sono più mobilitanti di altre. Ci sono molti fattori che possono spiegare, ma due elementi che caratterizzano le divisioni e che aiutano a spiegare perché queste divisioni sono più o meno esplicative del comportamento di voto ma anche del comportamento non elettorale. :

  • grado di apertura - segmentazione, integrazione: una scissione si caratterizza anche per il suo grado di apertura. Diverse divisioni possono essere più o meno aperte o più o meno chiuse. Questo è legato alla definizione stessa di scissione che si riferisce a due dimensioni che sono da un lato la segmentazione di una scissione e dall'altro l'integrazione. In altre parole, una scissione, in questo tipo di teoria, è tanto più mobilitante quanto più è fortemente segmentata, vale a dire che i gruppi che compongono questa scissione sono fortemente distinti oggettivamente e soggettivamente in quanto si autodefiniscono diversi dall'altro gruppo. D'altra parte, il grado di apertura è caratterizzato dal maggiore o minore grado di integrazione all'interno del gruppo avversario. Si tratta di una scissione che permette di spiegare il voto e altri comportamenti tanto più che i gruppi che fanno parte di questa scissione sono fortemente distinti e diversi e per il fatto che è fortemente integrato al loro interno. La dimensione soggettiva è importante per la dimensione dell'integrazione perché l'integrazione dipende anche dalla creazione di una forte identità collettiva all'interno del gruppo, da qui il fatto che le identità collettive hanno un impatto sulla mobilitazione.
  • grado di pacificazione - salienza: questo aspetto è più legato al grado di politicizzazione, che è il grado di salienza o di pacificazione. Una scissione è tanto più mobilitante se non è pacificata o se non è stata pacificata da procedure istituzionali come la "pace del lavoro" in Svizzera, che è una forma di pacificazione. Il grado di pacificazione significa che il conflitto tra le due componenti di una scissione si riduce. Più una scollatura è pacificata, meno prominente è.
Comportement politique CATNET Tilly 1.png

Alcuni l'hanno concettualizzato in modo diverso, come Charles Tilly che ha parlato di CATNET in From Mobilization to Revolution publié en 1978.[9][10] Per Tilly, il potenziale di mobilitazione dei movimenti sociali per l'azione collettiva dipende da due dimensioni che hanno portato alla formazione di categorie più o meno definite, ma anche dal grado di networking al loro interno, ovvero la differenza tra segmentazione e integrazione. La freccia rappresenta lo sviluppo del grado e dell'intensità del potenziale di mobilitazione di una scissione secondo il livello e l'intensità della categoria e della rete.

L'idea del grado di pacificazione è importante perché ci sono alcuni autori che hanno ipotizzato che lo spazio lasciato per l'emergere e la mobilitazione di nuove scissioni, cioè scissioni che non sono una delle quattro scissioni tradizionali Rokkan, è inversamente proporzionale al grado di salienza della divisioni tradizionale. In altre parole, più salienti sono le divisioni tradizionali, meno spazio c'è per l'emergere e l'espressione politica di nuove divisioni. Più le divisioni tradizionali, in particolare quelle religiose e di classe, sono state pacificate attraverso procedure informali o istituzionali, più c'è spazio per la nascita di nuove scissioni. È così, ad esempio, che alcuni hanno spiegato perché i cosiddetti "nuovi movimenti sociali", che sono movimenti emersi dopo gli anni Settanta con la nuova sinistra, sono riusciti a mobilitarsi fortemente in alcuni Paesi più che in altri. L'idea è che siano stati in grado di mobilitarsi in paesi dove, appunto, le divisioni tradizionali sono state pacificate e quindi indebolite, e anche le identità politiche basate sulla scissione tradizionale sono state indebolite, lasciando più spazio a nuovi gruppi politici per catturare un elettorato e mobilitare gruppi e settori della società. Le nozioni di apertura e di pacificazione collegano la teoria macro-politica di Rokkan delle divisioni storiche a ciò che vogliamo spiegare, cioè il comportamento politico.

Impatto delle divisioni sul comportamento politico

In relazione all'idea della misura in cui le divisioni tradizionali evidenziate da Rokkan, in particolare quelle religiose e di classe, influenzano il comportamento politico, ci sono posizioni diverse nella letteratura.

Una prima posizione è quella di Bartolini e Mair, cioè che le divisioni tradizionali continuano a influenzare la politica, anche se non necessariamente allo stesso modo. Vedremo come alcuni autori hanno cercato di mostrare come la divisione di classe sia ancora oggi importante, dimostrando che, trasformandosi, ha saputo mantenere una certa importanza in termini di spiegazione di comportamenti politici che altrimenti non avrebbe avuto.

La seconda posizione afferma che le divisioni sociali sono sempre meno strutturanti per le scelte elettorali individuali, questo è dovuto alla risoluzione dei conflitti sociali rappresentati dalle divisioni tradizionali. In altre parole, ciò è dovuto alla pacificazione delle divisioni di classe tradizionali in Europa e grazie alla pacificazione delle divisioni religiose che sarebbero il risultato di processi di secolarizzazione. Va sottolineato che questa posizione non indica la comparsa di nuove divisioni. In altre parole, ammettono una posizione di disallineamento in cui la volatilità elettorale, cioè il passaggio dei voti da un settore all'altro o da un partito all'altro, sta diventando sempre più importante e frequente.

La terza posizione è che le divisioni tradizionali si stanno indebolendo, ma ne stanno emergendo di nuove, come la divisione tra l'orientamento materialista e post-materialista o la scissione tra i vincitori e i perdenti della globalizzazione. Queste nuove scissioni, che non sono state concettualizzate da Rokkan e che fino a poco tempo fa non erano nemmeno presenti nella storia europea, hanno in qualche misura sostituito o stanno sostituendo sempre più le divisioni tradizionali, e la prova di ciò è l'emergere di nuovi partiti che si appoggiano a nuovi movimenti sociali al di fuori dell'asse principale della linea tradizionale. Per chi si trova in questa terza posizione, ciò dimostra che le divisioni tradizionali non spiegano più il comportamento politico e che ci sono nuove divisioni che le hanno sostituite.

Le vote de classe

Ceci nous amène à parler de la transformation des clivages et de l’émergence des nouveaux clivages. Le clivage le plus étudié dans la littérature est le clivage de classe. Le quatrième clivage selon Rokkan s’appui sur la division cristallisée dans le moment critique représenté par les révolutions du début du XXème siècle opposant la bourgeoisie et le prolétariat.

Dans l’histoire de son analyse, on distingue trois générations. Une première génération se situe dans les années 1950. Le behaviorisme qui est l’étude des comportements individuels de vote, né quelque temps avant cette phase historique et donc dans les débuts de l’analyse des votes de classe. On voulait mettre en avant l’idée que l’appartenance de classe est fortement explicative du comportement de vote. La position sociale explique, voire, détermine les choix électoraux. La deuxième génération, dès la fin des années 1960, a essayée d’introduire plus de variables explicatives. Dans l’analyse statistique, on a essayé de contrôler l’effet que la position sociale avait sur le vote en tenant compte de nombreux autres aspects. Cette deuxième génération va aussi commencer à s’intéresser aux variations et en particulier aux variations internationales, c’est-à-dire que la classe sociale est fortement explicative dans un certain contexte et beaucoup moins dans un autre contexte peut être aussi à cause du potentiel mobilisateur du clivage de classe de classe qui résulte du degré d’ouverture ou de fermeture voire de segmentation ou d’intégration et du degré de pacification. Et enfin troisième génération, dès le milieu de années 1980, où il y a eu une redéfinition des classes sociales et du vote de classe. Ces chercheurs avaient constatés que les conclusions et les théories sur lesquelles s’étaient appuyés les chercheurs des années précédentes se baisaient sur des conceptualisations et des définitions trop simplistes à la fois de ce qu’est une classe sociale et de ce qu’est le vote de classe et de la manière dont on la mesure.

Les résultats peuvent être résumés en deux éléments. Premièrement les classes ouvrières manuelles tendaient à soutenir les partis de gauche alors que les classes non-manuelles tendaient à soutenir les partis de droite. C’est une idée désormais désuète que l’on se fait du vote de classe. Le deuxième élément concerne les résultats, on constate d’importantes variations entre les pays.

Impact du vote de classe

Comment mesure t-on la classe et le vote de classe ? Pour résumer, par rapport au vote de classe, il y a trois positions qui reflètent largement ou en grande partie les positions évoquées par rapport au rôle des clivages traditionnels :

  • des travaux montrent une forme de persistance, comme le fait que la classe continue à structurer le comportement de vote ;
  • il y a l’idée du déclin de vote de classe, à savoir un désalignement soit la correspondance entre une offre politique et une demande politique ;
  • il y a également l’idée d’une transformation. Le clivage de classe est toujours important mais il structure différemment le vote. Il y aurait eu un réalignements entre les classes sociales d’une part et les partis qui représentent les intérêts des classes d’autre part.
Leduc, L., R. Niemi et P. Norris, éds. (1996). Comparing Democracies. Thousand Oaks: Sage.[11]

De nombreux chiffres abondent dans le sens du déclin. Avec ce graphique, on cherche à voir dans le long terme. Apparaissent plusieurs figures allant de 1945 à 1995 concernant des pays différents montrant que partout, il y a eu un déclin du vote de classe, en tout cas à partir de la fin de la Deuxième guerre mondiale. Cette différence existe autant dans les pays où le vote de classe est important.

Les chercheurs de la troisième génération reprochent à ce type de représentation de s’appuyer sur une définition trop simpliste à la fois de la classe sociale et du vote de classe. C’est suite à l’hyper-simplification de ces deux concepts qu’on arrive à un constat de déclin. Ces chercheurs disent que si on redéfinit la classe sociale et le vote de classe, on arrive à relativiser le déclin.

Leduc, L., R. Niemi et P. Norris, éds. (1996). Comparing Democracies. Thousand Oaks: Sage.[11]

Ce tableau montre les variations internationales. Il n’y a pas seulement le vote de classe mais il y a aussi tous les autres clivages traditionnels de Rokkan. Les chiffres sont des coefficients de corrélations entre les caractéristiques sociales et les préférences partisanes. Il faut souligner qu’il y a de fortes variations, comme la deuxième génération l’avait montrée.

Pour certains chercheurs, les courbes qui spécifient le vote de classe sont basées sur l’index d'Alford, à savoir le pourcentage de classe ouvrière affirmant qu’il préférait un parti de gauche moins le pourcentage de la classe moyenne qui vote pour la gauche. C’est une mesure qui a été utilisée, spécifique et, selon certains, trop simpliste, cachant une réalité beaucoup plus complexe et si on mesure différemment, on pourrait arriver à des conclusions différentes.

Définition et mesure des classes sociales

On distingue deux approches, à savoir une approche que nous pouvons qualifier de « traditionnelle » se basant sur un schéma à deux classes avec d’une part les travailleurs manuels et d’autre part toutes les autres classes. Cette manière a été traditionnellement utilisée pour évaluer l’impact du vote de classe jusqu’aux années 1980. À un certain moment, certains chercheurs, notamment Erikson et Goldthorpe qui ont proposés un schéma de classe différent et beaucoup plus détaillé.

Erikson, R. et J.H. Goldthorpe (1993). The Constant Flux. Oxford: Clarendon Press.[12][13][14]

On part d’une distinction entre employeurs et employés mais on introduit aussi l’idée des indépendants et on rajoute des distinctions supplémentaires afin d’arriver à treize classes sociales différentes.

Ce schéma s’appui sur une premier distinction qui est ensuite développée à travers des sous-catégories un peu plus fines et correspondant à la réalité actuelle de notre société. La position de classe de base s’appuie sur la distinction binaire entre employeurs et employés, a été ajouté également la catégorie des indépendants. Cela constitue un premier niveau très général afin de distinguer entre plusieurs positions de classe et ce qui nous intéresse est de savoir comment les individus s’insèrent dans cette position de classe et le côté objectif du clivage social. Il y existe des distinctions supplémentaires. En ce qui concerne les employeurs, il y a une distinction entre la taille des entreprises et une autre distinction entre le secteur industriel et le secteur de l’agriculture. Cela donne quelques classes sociales avec une catégorisation des classes. En ce qui concerne les employés, Erikson et Goldthorpe ont fait la distinction entre les travailleurs qui s’appuient sur la contrainte du travail par opposition à une relation de service.

Il y a deux distinctions avec la première qui est entre employeurs, employés et indépendants, et la deuxième entre ceux qui s’appuient sur l’existence d’un contrat de travail. Par contre l’autre catégorie est basée sur des relations de services. Il y a d’autres sous-catégories qui sont moins intéressantes selon le niveau d’éducation.

Erikson, R. et J.H. Goldthorpe (1993). The Constant Flux. Oxford: Clarendon Press.[12]

Le résultat de ce type de schéma est quelque chose qui est beaucoup plus élaboré par rapport à la distinction traditionnelle entre classes manuelles et non-manuelles. C’est en fait un schéma qui détails 11 classes sociales différentes. Ce schéma peut être agrégé. Il est possible d’avoir des niveaux d’agrégation avec un regroupement.

Définition et mesure du vote de classe

On distingue deux approches afin de mesurer le vote de classe.

Une première approche est celle du vote absolu dont la mesure traditionnelle est l’index d’Alford, à savoir qu’on regarde la différence dans le soutien pour les partis de la gauche entre les classes manuelles et les autres. À partir de là, on regarde dans les deux groupes quelle est la proportion des personnes qui appartient à ces deux groupes et qui votent plutôt pour la gauche ou pour la droite. C’est un raisonnement binaire au niveau de la classe sociale et au niveau du vote. En d’autres termes, l’index d’Alford est la différence entre les occupations manuelles et non manuelles dans le soutien pour les partis de gauche.

Il n’y a pas d’unanimité afin de savoir si le vote de classe a diminué, donc est-ce que le rôle de clivage de classe a diminué ou pas. Ceux qui critiquent ce schéma à deux classes et l’index d’Alford, qui est binaire afin de calculer le vote de classe, s’appuient sur le schéma de classe de Thomson et l’index de Kappa. On appel cela le vote relatif. On s'appuie sur la probabilité que les citoyens qui appartiennent à l’une ou l’autre classe puisse voter pour la gauche ou un autre parti. La différence entre l’index de Thomson et l’index de Kappa se trouve dans le fait que l’index de Thomson garde l’idée binaire entre gauche et droite en regardant la proportion des membres des classes différentes à voter pour la gauche ou pour la droite. L’index de Kappa s’appuie sur l’index de Thomson mais il introduit une multidimensionnalité en regardant la probabilité que les membres de différentes classes sociales ont de voter pour un parti qu’un autre. On abandonne la distinction un peu grossière de voter pour la gauche ou pour la droite. Il y a l’idée implicite qu’il est difficile de faire la distinction aujourd’hui entre gauche et droite. Pour calculer l’index de Thomson, cela revient à faire une régression logistique binaire tandis que l'on effectue une régression multinomiale pour l’index de Kappa.

En fonction de la définition que l’on prend des classes et du vote de classe, le résultat peut changer drastiquement. Il y a ceux qui s’appuient sur une distinction traditionnelle avec une distinction binaire et l’index d’Alford et constatent un déclin, alors que ceux qui s’appuient sur l’index de Thomson et de kappa arrivent à des conclusions différentes avec une transformation plutôt qu’un déclin.

Facteurs explicatifs du vote de classe

Il est possible de faire une énumération des facteurs explicatifs qui influenceraient le vote de classe. Ces facteurs sont plutôt des facteurs structurels de long terme, mais il peut y avoir des changements conjoncturels qui peuvent faire varier le vote de classe :

  • prospérité économique : elle influencerait le vote de classe en le faisant diminuer. C’est ce qu’on appel aussi la théorie de la modernisation avec la monté des classes moyennes avec la perte d’une importance entre clivages de classes. C’est un effet qui peut être plutôt négatif sur le vote de classe.
  • chômage : il aurait tendance à faire augmenter le vote de classe lié à l’insécurité de l’emploi notamment. Ce sont des théories qui s’inscrivent dans l’idée des théories de la modernisation.
  • emploi dans l’industrie : la diminution du secteur industriel et l’augmentation du secteur des services qui caractérise les sociétés post-industrielles aurait tendance à faire décliner le vote de classe, ne serait-ce que parce qu’il y aurait une diminution de la classe ouvrière. Il y aurait également l’émergence de nouvelles classes par l’émergence de nouveaux conflits et de nouvelles lignes de démarcation, à savoir de nouveaux clivages qui ferraient diminuer le clivage de classe et le pouvoir explicatif du clivage de classes. Il ne faut pas confondre la force explicative des clivages en général, à savoir le rôle qu’ont les clivages dans l’explication dans les comportements politiques et le rôle et les forces explicatives de ce clivage.
  • taille de la classe ouvrière : il y a une diminution de la classe ouvrière qui amènerait à une diminution du vote de classe.
  • densité syndicale : le vote de classe augmente avec la densité syndicale mais il y a une certaine ambiguïté dans cette relation. Il n’y a pas toujours un consensus en sciences sociales. Cette ambiguïté est liée au fait qu’il peut y avoir une forte syndicalisation des travailleurs non-manuels qui implique une forte que les travailleurs non-manuels vont travailler pour la gauche et ce faisant, ils diminuent le rôle ou l’opposition gauche – droite traditionnelle et donc le rôle du clivage de classe dans l’explication du vote.
  • inégalités de revenu : les différences de revenu sont liées au niveau de vie des différentes classes sociales. Des grandes différences de revenus prédisent des fortes importances dans le vote de classe.
  • fragmentation religieuse et taille du groupe séculaire : c’est l’un des facteurs étudié traditionnellement dans la politique comparée, à savoir l’importance du clivage religieux qui est l’un des quatre clivages traditionnels de Rokkan. Beaucoup d’études montrent que si ce clivage est important, cela fait diminuer le rôle de la classe sociale parce que les ouvriers qui pourraient potentiellement s’inscrire dans un vote de classe gauche – droite, ceux qui sont croyant s’inscrivent dans un clivage religieux. Le clivage de classe et le clivage religieux sont étudiés comme les deux grands clivages qui sont en concurrence par rapport à l’étude de l’effet des clivages sociaux sur le comportement électoral.
  • polarisation gauche – droite : les études montrent que la polarisation tend à augmenter le vote de classe.
  • impact de la nouvelle politique des valeurs : cela renvoi aux nouveaux clivages.

Ce sont des facteurs explicatifs qui résultent d’une revue de la littérature. Les transformations de la société post-industrielle produisent une diminution du vote de classe mais cela dépend de la manière on dont définit la classe; le vote de classe; de la manière dont on les mesure . Certains auteurs sont arrivés à un constat opposé, à savoir que non, il n’y a pas un déclin du vote de classe mais du moins, il y a une stabilité qui peut aussi parfois se transformer en une augmentation. Surtout, si on adopte une définition de la classe et du vote de classe plus sophistiquée, on arrive non pas à un constat d’une diminution mais à un constat d’une transformation du vote de classe qui reste important mais qui s’est transformé dans ses mobilités.

Le nuove divisioni

Le nuove divisioni sono le divisioni diverse dalle quattro tradizionali divisioni di Rokkan. Questo dovrebbe essere preso con una certa cautela. Una di queste nuove divisioni risale agli anni '60. Si tratta di una novità rispetto alle tradizionali divisioni Rokkan:

  • materialismo - postmaterialismo: l'accento è posto più sulla realizzazione personale che sulla soddisfazione dei bisogni personali. Alcuni parlano di questo divario come di un divario di valori perché è difficile capire cosa sia l'inchiostrazione sociale o l'inchiostrazione in una struttura sociale di questa opposizione di valori. Ci deve essere la base strutturale, che è la base soggettiva dell'identità e poi della politicizzazione. Non è sufficiente che ci sia una divisione dei valori che sia un insieme di valori che si oppone ad un altro insieme di valori.
  • nuovo individualismo: è il passaggio da un sistema di valori eteronomo, cioè rispettoso dell'ordine sociale, morale o anche religioso, a un sistema di valori autonomo, subordinato alla ragione o alle esigenze dell'individuo. Alcuni hanno descritto questo passaggio da un'etica del dovere a una di auto-realizzazione. L'individuo è stabilito come il fine supremo.
  • apertura - tradizione (vincitori - vinti - vinti della globalizzazione): questo divario è spesso articolato e mobilitato nella letteratura di oggi. È il conflitto generato dai cambiamenti strutturali legati alla globalizzazione e a livello politico che si esprime su una dimensione di apertura piuttosto che su una tradizione. Si tratta di un divario che è stata piuttosto utilizzata per spiegare l'emergere della destra radicale, che sarebbe basata o ancorata in questa divario.

Annessi

Referenze

  1. Marco Giugni - UNIGE
  2. Marco Giugni - Google Scholar
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  13. Hachen, D. (1994). Book Reviews : Robert Erikson and John H. Goldthorpe: The Constant Flux. A Study of Class Mobility in Industrial Societies. Oxford: Clarendon Press, 1992. Acta Sociologica, 37(1), 110–113. https://doi.org/10.1177/000169939403700110
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