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Il calo riflette solo la riduzione negoziata, ma è più una combinazione di deflazione e del fatto che le tariffe sono negoziate in termini nominali. Anche se a breve termine l'importanza del cambiamento istituzionale della RTAA non deve essere sottovalutata, a medio e lungo termine, la libertà del presidente degli Stati Uniti nel campo della politica commerciale ha conseguenze importanti perché è la capacità del presidente di impegnare il paese in un nuovo ordine internazionale dopo la seconda guerra mondiale che non è possibile nel vecchio sistema.
Il calo riflette solo la riduzione negoziata, ma è più una combinazione di deflazione e del fatto che le tariffe sono negoziate in termini nominali. Anche se a breve termine l'importanza del cambiamento istituzionale della RTAA non deve essere sottovalutata, a medio e lungo termine, la libertà del presidente degli Stati Uniti nel campo della politica commerciale ha conseguenze importanti perché è la capacità del presidente di impegnare il paese in un nuovo ordine internazionale dopo la seconda guerra mondiale che non è possibile nel vecchio sistema.


= Le commerce international et la Seconde Guerre mondiale =
= Il commercio internazionale e la seconda guerra mondiale =
Les combattants font de leur mieux pour faire blocus au commerce international de leurs ennemis. Les combattants s’appuient sur les sous-marins. À l’apogée du conflit maritime en 1942, 1500 navires marchands sont torpillés dans l’Atlantique. Les dangers du transport maritime sont évidents dans la hausse des prix des primes d’assurance maritime. Pour un voyage à Calcutta elle monte à 2% de la valeur des biens transport en 1941 à 10% courant 1942 et à 30% en aout 1942.
I combattenti stanno facendo del loro meglio per bloccare il commercio internazionale dei loro nemici. I combattenti si affidano ai sottomarini. Al culmine del conflitto marittimo nel 1942, 1500 navi mercantili vengono silurate nell'Atlantico. I pericoli della navigazione erano evidenti nel costo crescente dei premi di assicurazione marittima. Per un viaggio a Calcutta si passa dal 2% del valore delle merci trasportate nel 1941 al 10% durante il 1942 e al 30% nell'agosto 1942.


Malgré tous leurs efforts à restructurer le commerce international, on voit que les pays de l’Axe restent vulnérables étant loin d’avoir résolu le problème de l’approvisionnement de base pour nourri la population nette poursuivre la guerre.
Nonostante tutti i loro sforzi per ristrutturare il commercio internazionale, i paesi dell'Asse rimangono vulnerabili perché sono lontani dall'aver risolto il problema delle forniture di base per nutrire la popolazione netta per continuare la guerra.


[[Image:Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 333.png|thumb|left|300px|Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 333]]
[[Image:Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 333.png|thumb|left|300px|Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 333]]


On voit les importations de l’Allemagne et les conséquences de la guerre pour l’Allemagne. Le Japon qui aussi de l’extérieur nécessaire à la production d’armement. Il y a une vulnérabilité importante qui reste pour les pays de l‘Axe. Le bloc des pays de l’Axe est très efficace. L’Allemagne va privilégier les relations commerciales avec les pays de l’Amérique latine qui devient toutefois presque impossible dans ce contexte de guerre.
Vediamo le importazioni della Germania e le conseguenze della guerra per la Germania. Giappone, che anche dall'estero necessario per la produzione di armamenti. C'è un'importante vulnerabilità che rimane per i paesi dell'Asse. Il blocco dei paesi dell'Asse è molto efficace. La Germania darà priorità alle relazioni commerciali con i paesi dell'America Latina, cosa che però diventa quasi impossibile nel contesto della guerra.


[[Image:Commerce international de l'Amérique latine ; parts des partenaires commerciaux principaux.png|thumb|center|400px|Commerce international de l'Amérique latine ; parts des partenaires commerciaux principaux - Source: Bulmer-Thomas, The Economic History of Latin America since Independence, p. 234]]
[[Image:Commerce international de l'Amérique latine ; parts des partenaires commerciaux principaux.png|thumb|center|400px|Commercio internazionale dell'America Latina; quote dei principali partner commerciali - Fonte: Bulmer-Thomas, The Economic History of Latin America since Independence, p. 234]]


Pour contrer le blocus allié, de nouvelles stratégies vont être mises en place notamment avec le pacte germano-soviétique en 1939 concernant la livraison des denrées et de pétrole, mais en 1940 c’est le pillage et l’exploitation des pays occupés. Avec la France, l’Allemagne a à sa disposition un pays presque aussi industrialisé que son économie. La décision d’aller de l’avant avec l’opération Barbarossa est en partie expliquée par la volonté d’élargir les sources d’approvisionnement de l’Allemagne. Hitler déclenche le 22 juin 1942 l’opération Barbarossa. La conquête d’un espace à l’est est créée avec l’objectif d’approvisionner la politique et l’économie allemande sur la base d’un espace intégré.  
Per contrastare il blocco alleato, furono messe in atto nuove strategie, in particolare con il patto tedesco-sovietico nel 1939 riguardante la consegna di cibo e petrolio, ma nel 1940 fu il saccheggio e lo sfruttamento dei paesi occupati. Con la Francia, la Germania aveva a disposizione un paese quasi altrettanto industrializzato quanto la sua economia. La decisione di andare avanti con l'operazione Barbarossa si spiega in parte con il desiderio di espandere le fonti di approvvigionamento della Germania. Hitler lanciò l'operazione Barbarossa il 22 giugno 1942. La conquista di un'area a est viene creata con l'obiettivo di rifornire la politica e l'economia tedesca sulla base di uno spazio integrato.  


On peut dire la même chose pour le Japon qui s’empare du charbon et de coton en Chine, du caoutchouc en Malaisie et au Ceylan, du bioxyde dans les Indes néerlandais. Il y a une dépendance de plus en plus forte de la région qu’il contrôle. La coopération entre les pays de l’Axe devient presque impossible. Les États-Unis exportent des produits minéraux et industriels afin d’aider la Grande-Bretagne et l’Union soviétique. Sans l’appui des États-Unis, il n’aurait pas été possible pour la Grande-Bretagne et les soviétiques de poursuivre la guerre.
Lo stesso si può dire del Giappone, che ha sequestrato carbone e cotone in Cina, gomma in Malesia e Ceylon, e diossido nelle Indie olandesi. C'è una crescente dipendenza dalla regione che controlla. La cooperazione tra i paesi dell'Asse sta diventando quasi impossibile. Gli Stati Uniti esportano prodotti minerali e industriali per aiutare la Gran Bretagna e l'Unione Sovietica. Senza il sostegno degli Stati Uniti, non sarebbe stato possibile per la Gran Bretagna e i sovietici continuare la guerra.


Le commerce international de la Grande-Bretagne, de la France et des pays au cœur du conflit diminue fortement alors que les exportations des États-Unis augmentent de 3 fois par rapport à leur niveau d’avant-guerre. Suite à la Seconde guerre mondiale, on voit un hégémon avec un pouvoir sur l’économie mondiale comme jamais vu. Les États-Unis dépassent la Grande-Bretagne en tant qu’hégémon étant le grand gagnant de la Deuxième guerre mondiale, ses pertes sont négligeables, ses investissements sont importants menant à un accroissement des investissements et du PIB représentant 50% du PIB mondial.
Il commercio internazionale di Gran Bretagna, Francia e dei paesi al centro del conflitto diminuì bruscamente, mentre le esportazioni statunitensi aumentarono di tre volte i loro livelli prebellici. All'indomani della seconda guerra mondiale, vediamo un egemone con più potere sull'economia mondiale che mai. Gli Stati Uniti superano la Gran Bretagna come egemone essendo il grande vincitore della seconda guerra mondiale, le sue perdite sono trascurabili, i suoi investimenti sono importanti portando ad un aumento degli investimenti e del PIL che rappresenta il 50% del PIL mondiale.


Pour la Grande-Bretagne, la Deuxième guerre mondiale met fin aux prétentions de la Grande-Bretagne sur la domination mondiale parce que la Grande-Bretagne sort affaiblie économiquement de la guerre, mais des changements politiques annoncent aussi la fin de son empire avec l’indépendance de l’Inde et du Pakistan en 1947 puis de la Birmanie et du Ceylan en 1948. Suite à la guerre, on ne voit pas de la Grande-Bretagne céder son empire, mais une volonté d’intégrer ces colonies d’une manière différente. Malgré les intentions de l‘élite, la crise de Suez de 1956 met fin aux illusions impérialistes de la Grande-Bretagne. On voit une tendance à la décolonisation nette à l’effondrement des empires européens. Parallèlement à la dépendance économique et militaire à l’égard des États-Unis, les puissances européennes sont confrontées à leur déclin hémogénique et territorial. Les États sont confrontés à leurs frontières d’origines.  
Per la Gran Bretagna, la Seconda Guerra Mondiale mette fine alle pretese di dominio mondiale della Gran Bretagna perché la Gran Bretagna esce economicamente indebolita dalla guerra, ma anche i cambiamenti politici annunciano la fine del suo impero con l'indipendenza dell'India e del Pakistan nel 1947 e della Birmania e di Ceylon nel 1948. Dopo la guerra, non vediamo la Gran Bretagna cedere il suo impero, ma la volontà di integrare queste colonie in modo diverso. Nonostante le intenzioni dell'élite, la crisi di Suez del 1956 mise fine alle illusioni imperialiste della Gran Bretagna. C'è una chiara tendenza alla decolonizzazione e al collasso degli imperi europei. Oltre alla loro dipendenza economica e militare dagli Stati Uniti, le potenze europee stanno affrontando il loro declino sanguigno e territoriale. Gli Stati si confrontano con i loro confini originali.  


Les inspirations à l’indépendance datent de plus longtemps, mais la fin de la Deuxième guerre mondiale met en exergue les faiblesses des empires traditionnels et les populations colonisées posent des questions par rapport à l’avenir des empires traditionnels. Entre 1945 et 1965, on voit le démantèlement des empires à l’exception de celui du Portugal. Les empires n’acceptent pas la perte de leurs colonies et la France est peut-être la plus longue à accepter l’inacceptable sortant de la guerre avec la honte de Vichy, se recentrant sur son empire pour essayer de garder les territoires considérés comme particulièrement importants par les français.
Le ispirazioni per l'indipendenza risalgono a più tempo fa, ma la fine della seconda guerra mondiale mette in evidenza le debolezze degli imperi tradizionali e le popolazioni colonizzate si interrogano sul futuro degli imperi tradizionali. Tra il 1945 e il 1965, vediamo lo smantellamento degli imperi ad eccezione del Portogallo. Gli imperi non accettano la perdita delle loro colonie e la Francia è forse la più longeva ad accettare l'inaccettabile uscita dalla guerra con la vergogna di Vichy, rifocalizzandosi sul suo impero per cercare di mantenere i territori considerati particolarmente importanti dai francesi.


= Les politiques commerciales divisées dans l’après-guerre =
= Les politiques commerciales divisées dans l’après-guerre =

Version du 1 février 2021 à 12:31


Lo sconvolgimento del commercio internazionale degli anni '30

La Grande Depressione è una vera crisi dell'economia internazionale. Durante gli anni '30, il commercio internazionale riprese solo lentamente. Il livello del commercio internazionale nel 1938 è rimasto al di sotto di quello del 1929.

Tra il 1929 e il 1938, ci fu un declino nell'importanza del commercio internazionale. Per capire gli sviluppi più importanti del commercio internazionale durante gli anni '30, non ci si può concentrare solo sui volumi commerciali, ma anche sulla struttura del commercio internazionale. C'è una tendenza a concludere accordi bilaterali o regionali che sono costituiti in modi diversi con diversi modelli.

Da un lato, c'è un modello sovietico o tedesco che cerca di espandere l'area di influenza sotto il controllo di un paese per renderlo più indipendente dall'economia mondiale. Si tratta di una ristrutturazione del commercio internazionale nel quadro dell'autarchia.

Dalla fine del XIX secolo, la Germania è un'economia fortemente dipendente dal commercio internazionale, che dipende fortemente dalle importazioni, come quelle alimentari, che stanno aumentando a causa dell'industrializzazione del paese, ma anche dalle materie prime come il cotone grezzo, il ferro grezzo, ma anche il petrolio, che sta sostituendo sempre più il carbone, soprattutto con la crescente importanza delle automobili e degli aerei. È un paese fortemente dipendente dalle importazioni per sostenere l'economia. È un paese che dipende molto dalle esportazioni per pagare le sue importazioni. C'è anche il peso delle riparazioni e del debito estero da pagare. La Grande Depressione crea una situazione esterna per la Germania che è catastrofica.

Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 74.png

On voit la chute des exportations allemandes mettant en exergue que le pays peine à payer les importations dont il a besoin.

Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 72

Possiamo vedere le conseguenze di questi problemi sulla bilancia dei beni, l'oro e le riserve monetarie della banca centrale tedesca. Intorno al 1934, la situazione è catastrofica. C'è una manifestazione della comunità internazionale, in particolare attraverso accordi internazionali, per sollevare la Germania dal suo onere finanziario. La moratoria Hoover mise fine temporaneamente al pagamento delle riparazioni. Nel 1931, un accordo per fermare il debito a breve termine della Germania fu firmato dai creditori tedeschi.

Debito estero della Germania; primavera 1931 (milioni di RM) - Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 7

C'è una volontà da parte dei creditori di aiutare la Germania a sopravvivere economicamente. C'è un negoziato intorno a questo debito e agli accordi firmati con, tra gli altri, Svizzera, Paesi Bassi, Stati Uniti e Gran Bretagna. Tuttavia, c'è ancora il problema dei debiti commerciali a lungo termine.

Con la situazione disperata dei debiti a lungo termine e delle scorte d'oro, la Germania è in pericolo di default a lungo termine. La Germania prenderà la decisione l'8 giugno 1933 di ripudiare i debiti che hanno causato proteste. Ma farà marcia indietro dopo le minacce dei partner commerciali di bloccare o sequestrare i guadagni delle esportazioni tedesche per pagare i debiti tedeschi. Questo era un punto debole dell'economia tedesca, che dipendeva dalle proprie entrate per pagare le importazioni, creando tensioni con i partner commerciali. La debolezza tedesca ha un'influenza significativa su Hitler e i nazisti che sono costretti a giocare la partita a breve termine con uno sforzo di negoziare con i creditori per alleviare la situazione. C'è anche una riduzione delle importazioni di beni non essenziali. Ci sono molteplici reazioni a questo problema esterno, ma c'è l'inizio di un chiarimento a medio termine per sfuggire a una situazione a lungo termine. La Germania decide di ridurre la sua dipendenza dai potenti partner commerciali, specialmente la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Questa è una situazione presa di fronte alla vulnerabilità della Germania e alla sua posizione esterna. Prima di tutto c'è lo sforzo di raggiungere l'autosufficienza dal punto di vista agricolo e industriale con la creazione di prodotti sintetici per sostituire per esempio la gomma e il petrolio. Nel 1932, la Germania firmò accordi con i paesi dell'Europa centrale che fornivano materie prime alla Germania e acquistavano manufatti dalla Germania.

Commercio internazionale della Germania - Fonte: Società delle Nazioni, 1939, p. 278, 300 in Feinstein et al, p. 154

Possiamo vedere le conseguenze di questa strategia in relazione all'Europa centrale e orientale. La proporzione del commercio della Germania con l'Europa centrale sta aumentando come parte di una zona d'influenza controllata dalla Germania. La Germania cerca di incorporare i paesi dell'America Latina, compreso il Brasile, nella sua zona d'influenza incorporandoli nel suo commercio. Tuttavia, questa regione dell'America Latina mantiene importanti relazioni con gli Stati Uniti, ma anche con la Gran Bretagna.

C'è un forte aumento dell'importanza dell'America Latina come mercato per i prodotti tedeschi, ma anche come fonte di approvvigionamento. C'è una riduzione significativa dell'importanza della Germania rispetto alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. C'è un successo da parte della Germania nel ridurre la sua vulnerabilità. Vediamo eventi abbastanza simili per l'Unione Sovietica, l'Italia e il Giappone. C'è una tendenza all'aumento dell'autarchia più in generale. Il modello autarchico in particolare è associato a un certo tipo di sistema e regime politico.

Un modello è stato sviluppato dalla Gran Bretagna in particolare e anche dalla Francia. Essendo il caso britannico il bastione del libero scambio dal 1846, la sua strategia cambierà negli anni '30. Di fronte alla Grande Depressione, la Gran Bretagna ruppe con la sua storia di libero scambio istituendo tariffe nei primi anni '30. Dopo gli accordi di Ottawa del 1932, fu stabilita una preferenza con i paesi del Commonwealth. Il Commonwealth è intitolato alla preferenza imperiale come un'associazione di paesi autogestiti, liberamente associati e uguali tra loro, con una fedeltà comune alla Corona britannica. Nel 1932 furono firmati accordi commerciali che stabilivano la preferenza imperiale all'interno del Commonwealth. Questo corrisponde a un regime tariffario più basso per i paesi membri e un aumento dei dazi commerciali da e verso i paesi terzi. È una logica da club.

Commercio internazionale britannico - Fonte: UK Board of Trade, 1940, pp. 374-81 in Feinstein et al, p. 154

C'è stato un drammatico aumento del commercio nell'ambito degli accordi regionali. La Francia sta anche istituendo un sistema di preferenza imperiale, che persegue per creare aree protette in cui il protezionismo è limitato, ma proteggendosi dai paesi esterni attraverso le tariffe doganali. L'impero francese ha fornito il 29% delle importazioni nel 1936 contro l'11% del 1925.

Un importante punto di svolta nella politica commerciale degli Stati Uniti

Con gli Stati Uniti si parla di egemonia mondiale. Gli Stati Uniti sono un primo esempio di protezionismo da molto tempo, essendo un paese altamente protezionista fin dalla guerra civile e anche prima, con una politica di tariffe elevate che però non è necessariamente unanimemente condivisa.

I partiti e le politiche commerciali degli Stati Uniti - Fonte: Bailey, Goldstein, Weingast, 1997, p. 311

I due principali partiti politici non sono d'accordo sul protezionismo. Il partito democratico è meno protezionista e libero professionista dei repubblicani. Il fatto che gli Stati Uniti perseguano una politica protezionista per la maggior parte del tempo si spiega con il dominio del partito repubblicano.

Quando parliamo dello Smoot-Halley Act, è molto in accordo con la tendenza dominante. È solo quando i democratici sono al potere che le tariffe vengono abbassate. Da quando i democratici hanno vinto le elezioni del 1932, ci si aspetta una diminuzione delle tariffe, ma il contesto essendo molto difficile per prendere una tale decisione, crea un ostacolo a tale decisione. La disoccupazione è molto alta, le tariffe stanno salendo altrove, quindi c'è opposizione ad abbassare le tariffe. Il presidente Franklin Roosevelt è ambiguo sulla questione del protezionismo e dell'abbassamento delle tariffe. I democratici stanno abbandonando l'idea di abbassare le tariffe. Tuttavia, hanno continuato ad abbassare le tariffe con il Reciprocal Tariff Act del 1934. I democratici hanno perseguito una maggiore autonomia per il presidente, negoziando tariffe bilaterali più basse. Libera il presidente americano dalla supervisione del Congresso, dove le pressioni protezionistiche sono forti e difficili da controllare.

Media delle tariffe USA 1900-1955, come percentuale del valore.

Nel 1934, ci fu un grande cambiamento nella politica commerciale degli Stati Uniti, che perseguirono una politica di diminuzione della protezione, negoziando 22 accordi tra il 1934 e il 1940 per ridurre le tariffe e le quote.

Il calo riflette solo la riduzione negoziata, ma è più una combinazione di deflazione e del fatto che le tariffe sono negoziate in termini nominali. Anche se a breve termine l'importanza del cambiamento istituzionale della RTAA non deve essere sottovalutata, a medio e lungo termine, la libertà del presidente degli Stati Uniti nel campo della politica commerciale ha conseguenze importanti perché è la capacità del presidente di impegnare il paese in un nuovo ordine internazionale dopo la seconda guerra mondiale che non è possibile nel vecchio sistema.

Il commercio internazionale e la seconda guerra mondiale

I combattenti stanno facendo del loro meglio per bloccare il commercio internazionale dei loro nemici. I combattenti si affidano ai sottomarini. Al culmine del conflitto marittimo nel 1942, 1500 navi mercantili vengono silurate nell'Atlantico. I pericoli della navigazione erano evidenti nel costo crescente dei premi di assicurazione marittima. Per un viaggio a Calcutta si passa dal 2% del valore delle merci trasportate nel 1941 al 10% durante il 1942 e al 30% nell'agosto 1942.

Nonostante tutti i loro sforzi per ristrutturare il commercio internazionale, i paesi dell'Asse rimangono vulnerabili perché sono lontani dall'aver risolto il problema delle forniture di base per nutrire la popolazione netta per continuare la guerra.

Tooze, A., The Wages of Destruction, 2006, p. 333

Vediamo le importazioni della Germania e le conseguenze della guerra per la Germania. Giappone, che anche dall'estero necessario per la produzione di armamenti. C'è un'importante vulnerabilità che rimane per i paesi dell'Asse. Il blocco dei paesi dell'Asse è molto efficace. La Germania darà priorità alle relazioni commerciali con i paesi dell'America Latina, cosa che però diventa quasi impossibile nel contesto della guerra.

Commercio internazionale dell'America Latina; quote dei principali partner commerciali - Fonte: Bulmer-Thomas, The Economic History of Latin America since Independence, p. 234

Per contrastare il blocco alleato, furono messe in atto nuove strategie, in particolare con il patto tedesco-sovietico nel 1939 riguardante la consegna di cibo e petrolio, ma nel 1940 fu il saccheggio e lo sfruttamento dei paesi occupati. Con la Francia, la Germania aveva a disposizione un paese quasi altrettanto industrializzato quanto la sua economia. La decisione di andare avanti con l'operazione Barbarossa si spiega in parte con il desiderio di espandere le fonti di approvvigionamento della Germania. Hitler lanciò l'operazione Barbarossa il 22 giugno 1942. La conquista di un'area a est viene creata con l'obiettivo di rifornire la politica e l'economia tedesca sulla base di uno spazio integrato.

Lo stesso si può dire del Giappone, che ha sequestrato carbone e cotone in Cina, gomma in Malesia e Ceylon, e diossido nelle Indie olandesi. C'è una crescente dipendenza dalla regione che controlla. La cooperazione tra i paesi dell'Asse sta diventando quasi impossibile. Gli Stati Uniti esportano prodotti minerali e industriali per aiutare la Gran Bretagna e l'Unione Sovietica. Senza il sostegno degli Stati Uniti, non sarebbe stato possibile per la Gran Bretagna e i sovietici continuare la guerra.

Il commercio internazionale di Gran Bretagna, Francia e dei paesi al centro del conflitto diminuì bruscamente, mentre le esportazioni statunitensi aumentarono di tre volte i loro livelli prebellici. All'indomani della seconda guerra mondiale, vediamo un egemone con più potere sull'economia mondiale che mai. Gli Stati Uniti superano la Gran Bretagna come egemone essendo il grande vincitore della seconda guerra mondiale, le sue perdite sono trascurabili, i suoi investimenti sono importanti portando ad un aumento degli investimenti e del PIL che rappresenta il 50% del PIL mondiale.

Per la Gran Bretagna, la Seconda Guerra Mondiale mette fine alle pretese di dominio mondiale della Gran Bretagna perché la Gran Bretagna esce economicamente indebolita dalla guerra, ma anche i cambiamenti politici annunciano la fine del suo impero con l'indipendenza dell'India e del Pakistan nel 1947 e della Birmania e di Ceylon nel 1948. Dopo la guerra, non vediamo la Gran Bretagna cedere il suo impero, ma la volontà di integrare queste colonie in modo diverso. Nonostante le intenzioni dell'élite, la crisi di Suez del 1956 mise fine alle illusioni imperialiste della Gran Bretagna. C'è una chiara tendenza alla decolonizzazione e al collasso degli imperi europei. Oltre alla loro dipendenza economica e militare dagli Stati Uniti, le potenze europee stanno affrontando il loro declino sanguigno e territoriale. Gli Stati si confrontano con i loro confini originali.

Le ispirazioni per l'indipendenza risalgono a più tempo fa, ma la fine della seconda guerra mondiale mette in evidenza le debolezze degli imperi tradizionali e le popolazioni colonizzate si interrogano sul futuro degli imperi tradizionali. Tra il 1945 e il 1965, vediamo lo smantellamento degli imperi ad eccezione del Portogallo. Gli imperi non accettano la perdita delle loro colonie e la Francia è forse la più longeva ad accettare l'inaccettabile uscita dalla guerra con la vergogna di Vichy, rifocalizzandosi sul suo impero per cercare di mantenere i territori considerati particolarmente importanti dai francesi.

Les politiques commerciales divisées dans l’après-guerre

Le rôle des européens diminue en termes de puissance économique et politique, mais il y a aussi l’émergence des pays autonomes qui on la capacité de savoir quoi faire en termes de politique commerciale. Les politiques commerciales de la période d’après-guerre sont divisées. Il n’y a aucun doute que les échanges internationaux augmentent fortement dans cette période de l’histoire. C’est en termes de commerce international des biens manufacturés qu’on observe la plus forte augmentation.

Exportations de marchandises % de PIB, moyenne de 3 années sauf pour 1950.

En 1970, le niveau de mondialisation des échanges internationaux rivalise avec celui de la Première mondialisation. À la fin de la guerre, il y a une volonté de créer un rémige avec la Charte de La Havane qui prévoit en 1948 la création de l’Organisation internationale du commerce [OIC] qui devait représenter un pilier de l’économie mondiale avec le FMI et l’OMC. L’idée de l’OIC est d’étendre au monde entier le système des accords bilatéraux entre partenaires commerciaux afin de négocier la réduction des tarifs douaniers à un niveau mondial. En attendant les ratifications nécessaires à l’OIC, surviennent le premier accord général sur les tarifs douaniers négociés à Genève en 1947 qui est le GATT. Les pays partis commencent à négocier la réduction des tarifs douaniers en attendant la création d’une organisation pour les gérer. La charte de La Havane ne rentre jamais en vigueur parce qu’elle n’est pas ratifiée par le Congrès des États-Unis faisant qu’il n’est pas possible d’avoir une organisation du commerce international. D’autre part, les efforts unilatéraux se concentrent sur le GATT. C’est seulement en 1994 que l’OMC remplace le GATT comme cadre d’organisation du commerce international.

La réticence des États-Unis à ratifier l’OIC montre qu’en dépit de la dominance presque totale des États-Unis dans l’après-guerre, on ne parle pas d’un pays totalement convaincu des avantages du libre-échangisme. L’idéologie dominante et notamment celle des républicains a changée beaucoup depuis les années 1920 avec une plus grande influence des intérêts en particulier des entreprises multinationales comme Ford, Coca-Cola qui sont des grands vendeurs sur les marchés mondiaux. Ce ne sont pas seulement les actionnaires et les gestionnaires de ces entreprises qui sont favorables au libre-échangisme, mais aussi les principaux syndicats comme la CIO ou la United Auto Workers. Pourtant, les intérêts agricoles montrent une forte réticence au libre-échangisme ainsi que les isolationnistes comme le sénateur McCarthy.

On voit des conflits internes dans la politique américaine qui convient de l’attitude ambivalente de cet hégémon à propos de la politique commerciale. Cette attitude ambivalente explique le refus de ratifier l’OIC, mais aussi une période de fort enthousiasme pour le libre-échangisme juste après la guerre.

Tarifs douaniers: produits manufactures - Source: Findlay & O'Rourke, 2007, p. 494

Même pour les produits manufacturés, il n’y a pas de diminution des tarifs douaniers et on peut même constater une légère hausse. Le progrès en termes de tarifs douaniers dans l’après-guerre est enregistré pour les produits manufacturés continuant à poser un problème jusqu’à aujourd’hui du fait que le secteur agricole est traité différemment.

À la fin de la guerre, les britanniques réclament une réduction des tarifs américains tout en justifiant de garder la préférence impériale par la situation à laquelle ils font face après la guerre. Dans les années 1950, les américains sont de plus en plus impatients avec les européens et les britanniques. Il y a un risque de blocage en termes de négociation multilatérale et la tendance du libre-échangisme est risquée. Avec le traité de Rome en 1957, les six membres fondateurs décident de créer un marché commun. C’est ce développement qui pousse les États-Unis à diminuer leurs tarifs douaniers pour promouvoir un commerce international plus libre-échangiste.

Integration de l'Economie Atlantique Exportations de marchandise, % de PIB - Source: Maddison, 1995, p. 38

Au début des années 1970, les acquis Atlantiques sont impressionnants. On observe une augmentation du commerce international par rapport à l’activité économique. Les européens profitent du traité de l’agriculture pour faire la même chose. On ne peut pas parler d’une zone de libre-échange concernant l’agriculture pour les pays riches. Lorsqu’on parle du régime libre-échangiste d’après-guerre, cela concerne les produits manufacturés.

« To say that the immediate postwar years were ones of growing liberalization... is to adopt a perspective that ignores the experience of the vast majority of mankind. »

— Findlay & O'Rourke, 2007, p. 489

Même si on peut voir une intégration de l’économie Atlantique, cela ne concerne pas l‘économie mondiale. Parler de mondialisation dans l’après-guerre est négliger certains pays du monde. Il y a des exceptions. Nous n’avons pas de données très fiables pour la plupart des pays en développement.

Exportations de marchandises % de PIB - Source: Maddison, 1995, p. 38

Pendant la Première mondialisation, l’Argentine est un pays ouvert dépendant des importations. En 1973, la situation est tout autre. Pour le cas du Brésil, il y aune stabilité et même une légère augmentation. Ces exceptions poursuivent des stratégies de développement propre. Il y a plusieurs explications de ces tendances variant selon les pays dont-ont parle.

Le communisme et la Guerre froide fait qu’il y a souvent réduction des échanges internationaux qui existaient auparavant, les échanges entre pays communistes remplacent les échanges internationaux n’augmentant pas forcément le niveau d’activité en termes de commerce international. La décolonisation fait que les anciens échanges internationaux entre pays mère et colonies sont souvent rompus ne voyant pas nécessairement la continuité des échanges. D’autres exemples après la Deuxième guerre mondiale montrent un changement entre colonie et pays mère suite au processus de décolonisation. Les politiques de développement renforcent cette tendance en substituant les importations par une fabrication intérieure à l’économie. Cette politique de développement est très rependue en Amérique latine.

Part de l'Amérique latine des exportations mondiales - Source: Bulmer-Thomas, The Economic History of Latin America since Independence, p. 263

Si clairement, il y a de la libéralisation, cela ne concerne pas l’Amérique latine comme un pays comme l’Allemagne. La politique agricole des pays riches est un cas particulier ou le protectionnisme persiste, car l’agriculture est un secteur privilégié en termes de contrôle de l’approvisionnement de la nourriture afin d’insister sur la souveraineté d’un pays.

« There was one region of the world... which held aloof from the general drift towards protectionism: the northern Atlantic economies of Western Europe and North America, under the military & political leadership of the United States. »

— Findlay & O'Rourke, 2007, p. 489

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Riferimenti