« Mobilità e relazioni internazionali » : différence entre les versions

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Ci sono molti tipi diversi di mobilità: turistica, legale, illegale o economica. Sono processi che costruiscono o concepiscono qualcun altro come un potenziale pericolo. Alcune categorie di popolazioni sono costruite come una minaccia. Queste cifre sono anche l'emigrante, ma anche la donna d'affari che può essere classificata tra la classe economica e le élite cinetiche. La mobilità è accelerazione e velocità. Le pratiche di sicurezza sono pratiche che portano al rallentamento. L'obiettivo dei campi di emigrazione non è quello di fermare le cose, ma di rendere il progresso più difficile e più lento. Questo dimostra che ci sono diverse classi in mobilità. Pensare alla mobilità non significa solo pensare in termini di sicurezza, ma anche di assemblabilità. Se dimostriamo di avere i mezzi per utilizzare fenomeni, tecnologie e gateway per muoversi più velocemente, non siamo più considerati una minaccia, ma un agente economico la cui mobilità deve essere facilitata. Il richiedente asilo, il rifugiato, il pendolare o il cittadino sono figure che mostrano fino a che punto esiste una distinzione e differenziazione nella mobilità.  
Ci sono molti tipi diversi di mobilità: turistica, legale, illegale o economica. Sono processi che costruiscono o concepiscono qualcun altro come un potenziale pericolo. Alcune categorie di popolazioni sono costruite come una minaccia. Queste cifre sono anche l'emigrante, ma anche la donna d'affari che può essere classificata tra la classe economica e le élite cinetiche. La mobilità è accelerazione e velocità. Le pratiche di sicurezza sono pratiche che portano al rallentamento. L'obiettivo dei campi di emigrazione non è quello di fermare le cose, ma di rendere il progresso più difficile e più lento. Questo dimostra che ci sono diverse classi in mobilità. Pensare alla mobilità non significa solo pensare in termini di sicurezza, ma anche di assemblabilità. Se dimostriamo di avere i mezzi per utilizzare fenomeni, tecnologie e gateway per muoversi più velocemente, non siamo più considerati una minaccia, ma un agente economico la cui mobilità deve essere facilitata. Il richiedente asilo, il rifugiato, il pendolare o il cittadino sono figure che mostrano fino a che punto esiste una distinzione e differenziazione nella mobilità.  


==Tourisme==
==Turismo==
Le tourisme est une économique politique internationale qui va permettre la construction d’un environnement avec des lieux d’accueils et des activités qui n’ont rien à voir avec l’activité des individus sur place. En d’autres termes, c’est une rencontre entre différents quotidiens. Le tourisme est aussi une rencontre entre le “Premier-“ et le “Quart-, “Tiers-“ mondes, mais aussi une rencontre entre différents imaginaires sur la sécurité induisant relation de pouvoir entre ces deux mondes.
Il turismo è un'economia politica internazionale che permetterà la costruzione di un ambiente con luoghi di accoglienza e attività che non hanno nulla a che vedere con l'attività dei singoli sul posto. In altre parole, è un incontro tra diverse vite quotidiane. Il turismo è anche un incontro tra i mondi "Primo-" e "Quarto-", "Terzo", ma anche un incontro tra immaginari diversi sulla sicurezza che induce un rapporto di potere tra questi due mondi.


Pour Cynthia Enloe dans ''Bananas, Beaches and Bases. Making Feminist Sense of International Politic''s<ref>Enloe, Cynthia H. Bananas, Beaches & Bases: Making Feminist Sense of International Politics. Berkeley: U of California, 1990.</ref> publié en 1989, « Le tourisme ce n'est pas seulement s'échapper du travail et de la grisaille ; le tourisme est une question de pouvoir, un pouvoir de plus en plus internationalisé. Si le tourisme n'est pas discuté sérieusement par les commentateurs politiques traditionnels tout comme peuvent l'être le pétrole et les armes cela nous en dit plus sur la construction idéologique du 'sérieux' que sur la politique du tourisme ».  
Per Cynthia Enloe in ''Bananas, Beaches and Bases. Making Feminist Sense of International Politic''s<ref>Enloe, Cynthia H. Bananas, Beaches & Bases: Making Feminist Sense of International Politics. Berkeley: U of California, 1990.</ref> pubblicato nel 1989, "Il turismo non è solo una fuga dal lavoro e dal grigiore; il turismo è una questione di potere, un potere sempre più internazionalizzato. Se il turismo non viene discusso seriamente dai commentatori politici tradizionali nello stesso modo in cui si discute seriamente di petrolio e di armi, questo ci dice più sulla costruzione ideologica della "serietà" che sulla politica del turismo.  


Le tourisme est un lieu essentiel de la constitution d’un autre construit généralement comme un exotique, c’est un lieu ou on va produire de l’imaginaire sur ce que l’on est. On va construire des lieux dans lesquels on va. Le tourisme est un lieu fascinant qui permet d’étudier les représentations, mais aussi de participer à une économie politique parce qu’on va quelque part parce qu’on a des attentes et on recherche quelque chose. On amène une projection que l’on va essayer de satisfaire parce que le touriste représente un pouvoir financier. Par exemple, Bali a été construite comme une île touristique. Bali et Venise sont une économie politique.
Il turismo è un luogo essenziale per la costituzione di un altro, generalmente costruito come un esotico, è un luogo dove produrremo immaginazione su chi siamo. Costruiremo i posti in cui andremo. Il turismo è un luogo affascinante che ci permette di studiare le rappresentazioni, ma anche di partecipare a un'economia politica perché andiamo da qualche parte perché abbiamo delle aspettative e cerchiamo qualcosa. Portiamo una proiezione che cercheremo di soddisfare perché il turista rappresenta il potere finanziario. Per esempio, Bali è stata costruita come isola turistica. Bali e Venezia sono un'economia politica.


==Tourisme et sécurité (v. Lisle 2013)==
==Tourisme et sécurité (v. Lisle 2013)==

Version du 2 juillet 2020 à 20:00


La mobilità è spesso in contrasto con la nozione di sovranità, che si riferisce alla questione della sicurezza e alla capacità di uno Stato sovrano di accettare i flussi. La mobilità si riferisce a una moltitudine di figure.

Mobilità

La mobilità è una delle figure chiave della (post-)modernità con l'idea di fluidità. In passato si immaginava che le persone non fossero molto mobili, ma l'idea di mobilità è spesso legata a una certa concezione della modernità. Ci sono flussi di persone, fenomeni migratori, flussi di merci, ma anche flussi di capitali. C'è un flusso costante di persone, beni e capitali e un dibattito che viene attribuito a un cosiddetto periodo moderno o addirittura postmoderno. Questi flussi implicano una serie di cose. Questi flussi portano ad un costante rifornimento di flussi con intenzioni, caratteristiche o a cui si attribuiranno caratteristiche o intenzioni che sollevano la questione della percezione. È importante essere in grado di identificare, gestire e controllare questi diversi flussi.

Se prendiamo la gestione dei flussi di merci, uno dei punti chiave nella gestione di una minaccia, per esempio quella terroristica, è come gestire una moltitudine di merci che passano attraverso i porti americani. Questi flussi sono costruiti e considerati un pericolo perché non possiamo identificarli, gestirli e controllarli tutti.

La mobilità è anche un fenomeno legato all'accelerazione e alla velocità, che riduce le distanze perché c'è la possibilità di andare molto più lontano e molto più velocemente. È soprattutto l'idea di accelerazione che rende sempre più difficile comprendere e gestire ciò che accade per gestire dati e informazioni. Negli aeroporti, l'idea è di guardare le persone non come una persona, ma come una massa.

La mobilità è spesso identificata come una forma di trasgressione che si riferisce alla libertà. Il Rom è visto come una figura di trasgressione che è legata all'idea di minaccia perché non viene catturato e, soprattutto, si identifica con una serie di altre figure. Anche se la mobilità può apparire come una capacità di essere liberi di essere una forma di "empowerment", ci si può chiedere se sia davvero una libertà.

La mobilità ha significati diversi, mobilità significa cose diverse, per persone diverse, in luoghi e tempi diversi. La mobilità si riferisce anche all'idea di interconnessione e/o disconnessione. Mobilità non significa necessariamente apertura all'altro e alla complessità. La mobilità è anche qualcosa che racchiude, perché quando ci si sposta da un hub all'altro, si perde la vita quotidiana del luogo. La mobilità induce infrastrutture che ci costringono a disconnetterci da una certa realtà. La mobilità deve essere vista anche come qualcosa che limita la nostra capacità di scoprire, vedere e pensare.

La mobilità è anche un elemento antagonista della sovranità, come il turismo globalizzato, fenomeni diasporici che possono creare forme di lealtà potenzialmente in contrasto con la lealtà dei cittadini e delle persone che vivono nello Stato, o movimenti transnazionali. Il principio della mobilità è concepito e percepito come un segno di modernità per produrre una società più giusta, migliore e dinamica, ma soprattutto una società che produce di più.

Mobilità e sovranità

La mobilità è legata a un processo di cancellazione delle frontiere, come, ad esempio, nell'Unione Europea o negli accordi di libero scambio. Ma come mostra Andreas in Introduction: The Wall After the Wall[9] pubblicato nel 2000, il confine può essere selettivo. Spesso l'idea di mobilità è più retorica che un fatto legato a una serie di interessi specifici. Con le rivendicazioni dei "sans-papiers" in Francia, c'è una retorica della mobilità formulata come una minaccia, ma rappresentano un fattore di produzione integrato nell'economia politica. La mobilità è stata costruita come una minaccia, ma i "sans-papiers" hanno costruito una retorica come partecipanti al benessere della società francese.

L'inquinamento luminoso ci permette di vedere il quadro urbano e la grande mobilità ad esso associata.

Secondo Andreas, "il disordine è accompagnato in molti luoghi da un parziale reinserimento [rebordering] sotto forma di maggiore e migliore polizia [policing]. Sebbene molti confini siano stati smilitarizzati nel tradizionale campo della sicurezza nazionale e liberalizzati economicamente per facilitare il commercio, ora sono anche più criminalizzati per scoraggiare coloro che sono percepiti come intrusi. Dal punto di vista della sicurezza, si passa da un'idea di mobilità come qualcosa che è una minaccia alla frontiera e quindi all'integrità nazionale a una dimensione più criminalizzante che produce una molteplicità di discorsi più necessariamente legati all'identità nazionale e allo stato nazionale, ma con una moltitudine di sfaccettature.

C'è una sorta di asimmetria nella pratica della mobilità. Essi dipendono dalla sovranità e dalle diverse configurazioni che la sovranità assume. La mobilità mette in evidenza le pratiche che costruiscono il confine e la produzione di una certa comprensione della sicurezza, ovvero chi sono i nemici e i potenziali pericoli. I confini sono più spesso dipendenti dalla sovranità, dalle diverse configurazioni che la sovranità assume e con la scomparsa dei confini si assiste a una diffusione e delocalizzazione del confine. La mobilità è per certi versi una caratteristica rivelatrice delle pratiche legate alla sovranità che può portare alla deterritorializzazione del confine o alla percezione del confine come pratica e non come spazio.

Le figure della mobilità

Ci sono molti tipi diversi di mobilità: turistica, legale, illegale o economica. Sono processi che costruiscono o concepiscono qualcun altro come un potenziale pericolo. Alcune categorie di popolazioni sono costruite come una minaccia. Queste cifre sono anche l'emigrante, ma anche la donna d'affari che può essere classificata tra la classe economica e le élite cinetiche. La mobilità è accelerazione e velocità. Le pratiche di sicurezza sono pratiche che portano al rallentamento. L'obiettivo dei campi di emigrazione non è quello di fermare le cose, ma di rendere il progresso più difficile e più lento. Questo dimostra che ci sono diverse classi in mobilità. Pensare alla mobilità non significa solo pensare in termini di sicurezza, ma anche di assemblabilità. Se dimostriamo di avere i mezzi per utilizzare fenomeni, tecnologie e gateway per muoversi più velocemente, non siamo più considerati una minaccia, ma un agente economico la cui mobilità deve essere facilitata. Il richiedente asilo, il rifugiato, il pendolare o il cittadino sono figure che mostrano fino a che punto esiste una distinzione e differenziazione nella mobilità.

Turismo

Il turismo è un'economia politica internazionale che permetterà la costruzione di un ambiente con luoghi di accoglienza e attività che non hanno nulla a che vedere con l'attività dei singoli sul posto. In altre parole, è un incontro tra diverse vite quotidiane. Il turismo è anche un incontro tra i mondi "Primo-" e "Quarto-", "Terzo", ma anche un incontro tra immaginari diversi sulla sicurezza che induce un rapporto di potere tra questi due mondi.

Per Cynthia Enloe in Bananas, Beaches and Bases. Making Feminist Sense of International Politics[10] pubblicato nel 1989, "Il turismo non è solo una fuga dal lavoro e dal grigiore; il turismo è una questione di potere, un potere sempre più internazionalizzato. Se il turismo non viene discusso seriamente dai commentatori politici tradizionali nello stesso modo in cui si discute seriamente di petrolio e di armi, questo ci dice più sulla costruzione ideologica della "serietà" che sulla politica del turismo.

Il turismo è un luogo essenziale per la costituzione di un altro, generalmente costruito come un esotico, è un luogo dove produrremo immaginazione su chi siamo. Costruiremo i posti in cui andremo. Il turismo è un luogo affascinante che ci permette di studiare le rappresentazioni, ma anche di partecipare a un'economia politica perché andiamo da qualche parte perché abbiamo delle aspettative e cerchiamo qualcosa. Portiamo una proiezione che cercheremo di soddisfare perché il turista rappresenta il potere finanziario. Per esempio, Bali è stata costruita come isola turistica. Bali e Venezia sono un'economia politica.

Tourisme et sécurité (v. Lisle 2013)

Dans Frontline Leisure: Securitizing Tourism in the War on Terror[11] publié en 2013, Lisle montre que les frontières internationales sont maintenant partout et agissent par rapport aux individus en tant que corps. L’auteure montre qu’il y a une diffusion des lieux où la sécurité se déploie : « des espaces familiers (e.g. les rues d’une ville, les centres commerciaux, les aéroports), des activités (e.g. visiter une bibliothèque, participer à une manifestation pacifique) et des routines (e.g. prendre des transports en commun, faire une réservation en ligne) sont maintenant des lieux importants d’intervention où des corps privilégies et des formes de vie sont plus précisément, clairement et préventivement sécurisés contre des corps et formes de vie déviants ».

Voyager, être comme touriste renvoie à toute une série de dimension ou certains gens et certains corps vont être construits comme une menace potentielle alors que d’autre sont construits comme une ressource, « l’idée que tout le monde est un terroriste potentiel et que l’ensemble du globe est une cible potentielle, ne signifie pas que les pratiques de sécurité et de gouvernance s’appliquent avec la même intensité et force en rapport à tous les lieux et sujets ». Il est intéressant de se pencher sur les intersubjectivités. Ce n’est pas l’individu en tant qu’identité spécifique qui est une menace, mais cela peut être le corps qui est un vecteur de choses autant d’idées que de maladies. Cela montre une géopolitique spécifique de comment les acteurs construisent le monde. Pour Lisle, le « monde produit des subjectivités particulières (e.g. le terroriste, l’agent d’immigration, le citoyen global, etc.) “Mais aussi cherche à transformer, réguler, et gérer les comportements, conduites et dispositions de ces subjectivités ». La dimension de classe est forte. Un touriste indonésien fortuné aura plus de facilité à voyager en Europe ou en Australie.

Dans Privileging the male gaze. Gendered tourism landscapes de Pritchard et Morgan publié en 2000, est avancé que « [...] les discours touristiques (tout comme leurs précurseurs coloniaux et impériaux) privilégient le regard du 'maître-sujet': blanc, mâle, hétérosexuel et bourgeois. [...] Ainsi, comme le révèlent le marketing touristique genré, les différences de pouvoir entre femmes et hommes privilégient les derniers et les paysages genré et radicalisé affirment les dynamiques de pouvoir de la politique internationale dans lesquels le nord et l'ouest sont privilégiés sur le sud et l'est. Les femmes et les paysages de ces derniers sont sensualisés, exoticisés, et représentés comme sans pouvoir et vulnérable ».

Ces auteurs font des analyses sur comment on vend le tourisme et l’exotisme. Le discours clef est lié à un certain désir et à un certain regard que l’on construit sur l’autre. Si on regarde comment sont construits des pays comme la Croatie ou les îles du Pacifique, l’Indonésie, la Thaïlande ou l’Amérique latine, dans une certaine mesure, on va vendre un certain orientalisme de ce qu’on veut voir. Pour un pays comme la Thaïlande, le problème sécuritaire et lié à un enjeu sanitaire.

Mobilité et sécurité : l’aéroport

L'aéroport est le symbole de la mobilité qui est une dynamique et le lieu de l’essence même de la mobilité postmoderne. C’est un lieu qui représente un assemblage de différentes logiques. Pour Marc Salter dans Introduction: Airport Assemblage publié en 2008, « les aéroports sont des espaces nationaux mettant en connexion des espaces internationaux, des frontières qui ne sont pas des limites territoriales, et des lieux fixes incarnant la mobilité ». Au sein de l’aéroport, différents systèmes de souveraineté s’articulent. Ce sont des frontières qui ne sont pas territoriales étant des constructions de limites ou on va construire les bons et les mauvais sujets. C’est une frontière dans la constitution d’un soi et de l’autre dans un rapport à la sécurité afin de déterminer qui est une menace. La frontière non-territoriale est une frontière de constitution d’un rapport de soi à l’autre.

Airport security lines.jpg

Lorsqu’on réfléchit à la sécurité, il y a une logique publique, mais dans un aéroport, il y a un assemblage d’acteurs publics et privés. C’est une fragmentation des logiques mises en œuvre entre expertises privées et publiques. Il y a une négociation entre le public et le privé par rapport à ce qu’est la sécurité. Il y a un lieu spécifique qui est la rencontre entre ces types d’acteurs. En termes de mobilité et de sécurité, l’aéroport est un assemblage de différentes logiques. La sécurité n’est pas nécessairement la résultante d’une production publique, mais elle est la négociation entre des acteurs privés et publics notamment en termes d’acquisition de la technologie qui va permettre d’identifier. Dans Introduction: Airport Assemblage[12] publié en 2008 par Salter, sont rapportés les propos de Lyon pour qui les aéroports sont pensés et construits pour « un maximum de commerce et pour la sécurité nationale [...] [et] bien qu'ils sont analytiquement séparables en domaines différents — 'citoyen' et 'consommateur' —, ces derniers deviennent de plus en plus indistincts ».

Un aéroport est pensée dans le triptyque sécurité, consommation et mobilité. Le but d’un aéroport est de savoir comment amener un passager d’un point à un autre de la façon la plus efficace. Il se passe une dialectique entre la sécurité et la consommation. Les aéroports sont construits comme des temples de consommation. Il y a différentes logiques et différents moments qui sont articulés appelant et nous constituant à être différentes choses à savoir à être un citoyen, un voyageur, mais aussi un consommateur. La mobilité implique différents moments. Un aéroport représente aussi une économie politique nationale.

Comme le montre Adey dans Surveillance at the Airport: Surveilling Mobility/Mobilising Surveillance[13] publié en 2004, l’aéroport est le lieu clef pour distinguer, trier, gérer et gouverner les passagers en différentes modalités. Il est possible de faire des élites cinétiques et les autres classes qui créent des différences de modalités de sujets. Les « profiles risque » permettent d’identifier une menace.

Sintesi

Quando pensiamo in termini di mobilità, ci sono produzioni di soggettività e modalità diverse a seconda delle aspettative che rappresentano una negoziazione tra settori e logiche diverse di cui la dimensione della sicurezza non è necessariamente la più potente. Ci sono diverse modalità che ci rendono mobili. Con la mobilità, sono in gioco diversi settori. La sicurezza non è sempre la dimensione più forte, ma una dimensione tra le altre. Spesso la sicurezza viene presentata come la logica di una misura o come un equalizzatore. Con la mobilità, la sicurezza non è necessariamente la logica primaria che viene a gestire e gestire noi come esseri umani. La mobilità è indice di un'economia politica internazionale. La mobilità implica relazioni di potere che producono determinate soggettività. La mobilità è un modo di studiare le relazioni di dominio.

Annessi

  • Pritchard, A. & Morgan, N. J. (2000). Privileging the male gaze. Gendered tourism landscapes. Annals of Tourism Research 27(4): 884–905.!
  • Salter, Mark B. 2008. “Introduction: Airport Assemblage”, in Mark B. Salter (ed.) Politics at the airport. Minneapolis: University of Minnesota Press.

Referenze

  1. Page de Stephan Davidshofer sur Academia.edu
  2. Page personnelle de Stephan Davidshofer sur le site du Geneva Centre for Security Policy
  3. Compte Twitter de Stephan Davidshofer
  4. Page de Xavier Guillaume sur Academia.edu
  5. Page personnelle de Xavier Guillaume sur le site de l'Université de Édimbourg
  6. Page personnelle de Xavier Guillaume sur le site de Science Po Paris PSIA
  7. Page de Xavier Guillaume sur Academia.edu
  8. Page personnelle de Xavier Guillaume sur le site de l'Université de Groningen
  9. Andreas, Peter, and Timothy Snyder. The Wall around the West: State Borders and Immigration Controls in North America and Europe. Lanham: Rowman & Littlefield, 2000.
  10. Enloe, Cynthia H. Bananas, Beaches & Bases: Making Feminist Sense of International Politics. Berkeley: U of California, 1990.
  11. Lisle, D. "Frontline Leisure: Securitizing Tourism in the War on Terror." Security Dialogue 44.2 (2013): 127-46.
  12. Salter, Mark B. Politics at the Airport. Minneapolis: U of Minnesota, 2008
  13. Adey, Peter. "Surveillance at the Airport: Surveilling Mobility/mobilising Surveillance." Environment and Planning A 36.8 (2004): 1365-380.